Treviso

VVF recuperano il gozzo affondato dei Verongalli. La Bora tra le cause del naufragio

I Vigili del fuoco, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto di Trieste, hanno effettuato ieri il recupero dell’imbarcazione affondata lunedì 8 novembre, al largo di Duino, con a bordo i Vittorio e Stephan Verongalli di Conegliano, padre e figlio.

I Vigili del fuoco hanno operato con due imbarcazioni e una motobarca degli specialisti nautici del comando di Trieste.
L’imbarcazione, che si trovava ad una profondità di 10 metri, è stata portata in superficie dai sommozzatori mediante speciali palloni di sollevamento; successivamente si è provveduto con le pompe, a svuotare l’unità dall’acqua tanto da garantirne il galleggiamento.

Dopodiché la motobarca dei Vigili del fuoco ha trainato il natante presso un cantiere nautico di Monfalcone.

Le operazioni di recupero, che si sono protratte dalle 10 alle 16, sono state seguite da un’unità della Capitaneria di Porto di Trieste.

Sarà ora una perizia a stabilire la dinamica del naufragio ma da una prima ipotesi, padre e figlio erano partiti quel lunedì da Caorle con l’obiettivo di portare l’imbarcazione in un cantiere nautico di Monfalcone.
Giunti in prossimità della costa triestina, sono stati sorpresi dal forte vento di bora.
La loro barca è stata sospinta dalle forti raffiche contro gli allevamenti di mitili.

L’elica del gozzo dei Verongalli ha agganciato i cavi d’acciaio e la barca si è rovesciata, il padre è stato sbalzato in acqua mentre il corpo del figlio è rimasto imprigionato nella cabina.

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