Viva Galvani! Le ceramiche. La creatività. I designer. Dal 14 aprile all’11 giugno a Palazzo Ricchieri

“Viva Galvani!” non è solo l’identità di una città, ma la storia di un Paese, dell’arte, dell’artigianalità, dell’imprenditoria e della passione del “saper fare”, quella che prenderà corpo nella prima grande mostra delle ceramiche del galletto, a Palazzo Ricchieri dal 14 aprile all’11 giugno prossimi ad ingresso libero.
L’inaugurazione della mostra sarà venerdì 14 aprile alle ore 18:00, nella sede del Museo d’Arte.
La collezione Galvani fu acquistata dal Comune di Pordenone nel 1984 dopo che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia la vincolò per impedirne la dispersione, poiché la fabbrica aveva da pochi anni chiuso definitivamente i battenti.
L’intera raccolta, conservata presso i Civici Musei, è costituita nel complesso da più di diciassettemila oggetti, tra cui oltre duemilacinquecento esemplari in ceramica realizzati tra la seconda metà del XIX secolo e la fine degli anni Settanta del ‘900, alcuni dei quali sono prove di fabbrica, pezzi unici (per dimensioni o decorazione) prodotti in speciali occasioni, modelli o prototipi.
La mostra punta al racconto meno noto della produzione artistica attraverso tre sale “tematiche”: i vasi, esposti anche alla Biennale di Venezia nel 1942, colpiscono per la sorprendente modernità delle forme e dei colori.
La “Galvani” è stata una delle più importanti fabbriche di ceramica italiane dell’Ottocento e del Novecento e la sua presenza è radicata profondamente nella memoria collettiva e nei ricordi affettivi di molti pordenonesi. Più di un secolo e mezzo di produzione si traduce in migliaia di manufatti ceramici, destinati agli usi più vari, che rispecchiano mode, stili e gusti estetici di periodi socio-economici differenti tra loro, documentando pensiero, creatività e operosità di centinaia di persone.
Migliaia di pezzi conservati nei nostri Musei civici, ora catalogati e riscoperti grazie al forte interesse del Comune e dell’assessorato alla Cultura affinché vengano “restituiti” ai Pordenonesi attraverso la prima di una serie di mostre a rotazione che restituiscano dignità e centralità al patrimonio di creatività finora nascosto.
Gli oggetti della Galvani sono entrati infatti in tante case, e sotto questo profilo l’esposizione assume anche un significato “affettivo” e quotidiano.
Un’operazione di riscoperta che si inserisce nel movimento di rinnovamento che i Musei civici di Pordenone stanno attraversando con il ricco programma di visite guidate che li animano, con il nuovo appalto di custodia sottoscritto dall’Amministrazione, che aumenterà gli orari di apertura, rendendoli flessibili e adattabili ai molti eventi della città ma anche con la lungimiranza del predisporre nuovi spazi espositivi dedicati ai giovani, come ad esempio Palazzo Gregoris che, grazie alla disponibilità della SOMSI, sarà palcoscenico per giovani artisti, fotografi, grafici.