Venezia/Dal 1 agosto via le grandi navi da San Marco
Grandi navi via da San Marco.
C’è voluto un decreto legge, ma alla fine la decisione è stata presa: le grandi navi da crociera attraccheranno a Marghera se misureranno più di 25 mila tonnellate, 180 metri d’altezza e 35 di lunghezza.
Stop al passaggio per il bacino ed il canale di San Marco e per la Giudecca.
Questa la decisione maturata ieri sera al Consiglio dei Ministri che ha anche destino 157 milioni di euro alla realizzazione di approdit temporanei, mentre l’indicazione per il futuro è quella degli approdi off shore.
La novità, non l’unica per Venezia decisa ieri, diverrà operativa dal prossimo primo agosto.
Il governo ha anche deciso lo stanziamento economico per il completamento del Mose e per l’elettrificazione delle banchine, oltre alla ricostituzione del Magistrato alle Acque.
In merito alla decisione del governo di trasferire le navi più grandi da crociera a porto Marghera, è positivo il commento di Federalberghi Veneto.
Così il presidente Massimiliano Schiavon: “La croceristica è una delle fonti primarie dell’economia turistica veneziana e non solo. Perderla sarebbe grave.
Il governo ha assunto una buona soluzione, che permette di salvaguardare l’habitat lagunare, il prezioso patrimonio artistico-culturale della città e, insieme, tanti posti di lavoro fondamentali per la ripresa.
Arrivare a una decisione di questo tipo in piena estate dopo anni di discussioni è delicato, ma se Marghera è la scelta, che si avvii subito il processo, senza ulteriori esitazioni”.
Questo il commento invece del presidente di Confcommercio Veneto Patrizio Bertin:
“Venezia, città d’acqua, e le navi da crociera sono un binomio che sarebbe innaturale scindere. Se i tecnici e chi di competenza hanno scelto Marghera come soluzione alternativa al transito in bacino di San Marco, vuol dire che si può fare e dunque si faccia. Venezia è home port e non solo porto di toccata. Questo fa sì che una fetta importante dell’economia veneta ruoti attorno alla croceristica: si pensi solo quanto i rifornimenti fanno lavorare le nostre aziende. Bene, dunque, la decisione del governo. E bene che si sia deciso, perché l’indecisione porta solo incertezza”.
Sull’argomento, anche il commento di Marevivo Veneto: “Bene il primo passo ma ancora non basta”.
Apprezziamo l’azione del Ministro Franceschini e di tutto il Governo per questa decisione, presa subito in pochi
mesi, che aumenta la fiducia nei nostri governanti, stante il pesante ritardo quasi decennale accumulatosi sin qui
nell’effettiva attuazione del decreto Passera-Clini.
Ci auguriamo per questo che oltre alla difesa della città e delle sue strutture si passi altrettanto velocemente alla difesa dell’ambiente lagunare, che è altra cosa dal Canale della Giudecca e Bacino San Marco, ma fragile e legato in modo imprescindibile alla difesa della città di Venezia.
Quindi bisogna andare subito oltre, anticipare e attuare al più presto anche l’altro impegno assunto del Governo,
già delineato in termini ancora troppo generici, con la recente legge che ha stabilito di bandire una gara di idee
per trovare una soluzione definitiva fuori dalla laguna per le navi di grandi dimensioni.
I passaggi nel canale di Malamocco/Petroli devono essere diminuiti, se non interrotti, quanto prima, se si vuole
salvare Venezia.
Bisogna correre e stabilire i termini definitivi e ravvicinati per l’avvio dei lavori di un nuovo approdo extra
lagunare a Venezia, oppure dirottare le stesse verso porti vicini e garantendo collegamenti dedicati con la città.
In ogni caso rivalutando senza prevenzioni su soluzioni già vagliate favorevolmente sul piano ambientale.
Lo spostamento temporaneo per Marghera non è una reale soluzione, deve essere limitatissimo nel tempo (uno
max due anni), non potendosi neanche ipotizzare nuovi interventi strutturali sul Canale di Malamocco/Petroli di
accesso, magari per aumentarne la profondità oppure la larghezza, come peraltro ben motivato in un importante
approfondimento effettuato dai consulenti di Marevivo Veneto, con il contributo dei massimi esperti
dell’idrologia lagunare.
Né è nemmeno ipotizzabile un atteggiamento che non sia del massimo rigore nel vaglio dei dragaggi da effettuarsi anche per il mantenimento delle attuali quote di profondità dello stesso Canale: il Protocollo Fanghi di cui si blatera da tempo deve servire a garantire la massima sicurezza e l’assenza di ogni rischio nell’eventuale reimpiego di materiali assolutamente puliti, senza sperimentazioni in vivo che mettano a rischio anche per pochi giorni l’ambiente lagunare e financo la salute dei veneziani, abituati da sempre a cibarsi delle produzioni delle maricolture in Laguna.
“Quale migliore occasione se non questa – ha commentato Antonella Moretti, Responsabile Delegazione
Veneto Marevivo – per promuovere un Dibattito Pubblico sulla questione Venezia, alla luce della recente legge
approvata, ove porre a confronto le soluzioni adottabili e su cui chiamare a partecipare tutti i principali
stakeholder, dalle Istituzioni, alle Autorità territoriali, l’Ispra, l’UNESCO e il MITE, tutte le realtà
imprenditoriali interessate, l’Autorità Portuale, i veneziani. Vogliamo capire e affrontare assieme un problema
enorme da risolvere definitivamente e fattivamente, soprattutto al più presto per il reale e totale rispetto
dell’ambiente lagunare”.