Venezia

Un calvario per l’intervento all’anca: 4 operazioni e mesi di ricoveri e fisioterapia. Ulss 4 condannata a risarcire un paziente

Doveva effettuare un intervento di routine all’anca ma è andato incontro a un autentico calvario: i medici hanno “sbagliato” l’operazione, è stato costretto a sostenerne un’altra molto invasiva, la protesi re-impiantata era difettosa e si è dovuto operare altre due volte, il tutto “costellato” da lunghi ricoveri e mesi di riabilitazione, che non gli hanno comunque evitato di rimediare una pesante invalidità permanente.
Ma ora il malcapitato, che è stato seguito nel corso di tutta la sua lunga battaglia da Studio3A, dopo oltre 13 anni ha visto riconosciute le proprie ragioni dal Tribunale, che ha condannato l’Ulss 4 del Veneto Orientale, a risarcirlo con 70mila euro che però, contando anche gli interessi e le spese legali e di lite, alla fine si aggirerà sui centomila euro.

Protagonista dell’amaro caso di mala sanità un oggi 68enne (all’epoca dei fatti aveva 55 anni) di San Donà di Piave che, affetto da “coxartrosi sinistra”, che nel lontano luglio 2009 venne sottoposto nel reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Portogruaro a un intervento di artroprotesi dell’anca sinistra.
Fin dall’immediato post-operatorio il paziente lamenta un dolore persistente nella regione inguinale e sopra il femore che si accentua con il carico, e che rimane immutato nonostante la terapia riabilitativa effettuata.

L’uomo si rivolge quindi a un altro specialista e, dopo gli accertamenti strumentali, viene nuovamente operato, il 9 febbraio 2011, all’Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Sant’Antonio di Padova, per un intervento di revisione dell’artroprotesi durante il quale viene rilevata la totale pretermotilità dello stelo protesico impiantato con la prima operazione, che viene quindi sostituito.
Nuovo ciclo di riabilitazione, anche con ricovero nel reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ospedale Villa Salus, ma nell’ottobre 2013 il paziente avverte un dolore improvviso e acuto alla coscia sinistra che non riesce più a muovere: si reca al pronto soccorso del nosocomio di San Donà di Piave e le radiografie evidenziano la rottura del nuovo stelo protesico, rivelatosi poi difettoso.

L’oggi 68enne si rivolge quindi di nuovo agli ortopedici del Sant’Antonio di Padova, il 28 ottobre 2013 viene sottoposto a un ulteriore intervento di revisione con l’impianto di un terzo stelo protesico, ma per le difficoltà incontrate dai chirurghi nell’estrazione di quello precedente, ormai osteointegrato, gli devono eseguire una “finestra” nell’osso e richiuderlo con appositi cerchiaggi metallici, che gli saranno rimossi con una quarta operazione il 14 luglio 2014; in mezzo, ancora tanta riabilitazione all’anca pluri-operata, che però gli ha consentito di recuperare solo in parte: oggi il paziente lamenta costanti dolori all’anca sinistra che si accentuano quando cammina e deve stare in piedi per periodi prolungati, lamenta deficit di flessione, abduzione, intra ed extra rotazione, una dismetria in più di 2 cm dell’arto inferiore sinistro che gli comporta una deambulazione claudicante.

Insomma, un’odissea infinita passata per le aule del Tribunale.

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