Treviso: arrestata la banda che agiva con la “tecnica dell’abbraccio”. Sono responsabili della morte di un 84enne

I Carabinieri di Treviso, in collaborazione con polizie estere, hanno posto fine all’attività di una banda rumena specializzata in aggressioni ai danni di anziani con la cosiddetta “tecnica dell’abbraccio”.
I componenti della banda, due donne e un uomo rumeno senza fissa dimora con svariati alias, legati da vincoli di parentela e già noti alla giustizia, erano infatti destinatari di un mandato di arresto europeo conseguente a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 19 novembre scorso dal GIP del Tribunale di Treviso per i reati di furto aggravato, rapina aggravata, omicidio preterintenzionale e lesioni personali volontarie aggravate, in concorso.
Nei giorni scorsi, la 27enne Monica STAN è stata intercettata dalla polizia rumena nella località di Nadlac, principale valico di confine tra Romania e Ungheria, mentre i suoi complici David STAN, 21enne e Manuela STAN, 26enne, sono stati bloccati a quasi 500 km di distanza, nella località slovena di Pince, vicina al confine con l’Ungheria.
I Carabinieri hanno meticolosamente ricostruito le responsabilità del trio, in particolare, in ordine a due aggressioni perpetrate nella mattinata del 2 agosto scorso, in provincia di Treviso, ai danni di due anziani.
Nel primo “colpo”, ad Arcade i malfattori avevano avvicinato un 84enne del posto per sottrargli una collana ed un bracciale che indossava.
Lo strattone ha fatto cadere rovinosamente l’84enne tanto da dover essere ricoverato in ospedale e dove è deceduto il 27 settembre a causa dell’aggravamento delle sue condizioni.
Sempre il 2 agosto, un paio di ore più tardi, a Motta di Livenza, gli STAN si erano resi protagonisti di un’ulteriore azione criminosa.
Avevano avvicinato una donna 70enne, l’avevano “abbracciata” strappandole il monile in oro che questa indossava al collo e si erano dati alla fuga.
Con l’odierna operazione gli investigatori dell’Arma sono riusciti a portare alla luce quella che il GIP ha definito “…una convulsa attività seriale posta in essere dai tre indagati” e di di svelare una struttura con chiara suddivisione dei ruoli.
Il trio agiva su tutto il territorio nazionale.
La loro auto era stata infatti segnalata, oltre che nella Marca trevigiana, nelle provincie di Parma e Firenze – e anche all’estero, dove i malviventi sono stati infine rintracciati e arrestati in attesa di essere consegnati alla giustizia italiana.