Venezia

Strade dissestate di San donà di Piave: continue cadute di cittadini, ma il Comune non risarcisce mai

Strade e marciapiedi dissestati, la gente cade e si fa male e, non bastasse, non viene mai risarcita.
Sono sempre di più le persone che si rivolgono a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, per essere risarcite dai danni fisici e morali patiti dopo rovinose cadute occorse loro nel territorio di San Donà di Piave, la cui Amministrazione comunale tuttavia, tramite la sua compagnia assicurativa per la responsabilità civile verso terzi, Itas Mutua, rigetta puntualmente ogni richiesta risarcitoria, anche laddove la responsabilità dell’Ente nell’infortunio è lapalissiana.

Ultimo caso della serie quello di una 49enne di Musile di Piave che il 2 settembre 2022, poco dopo le 23, attraversando sulle strisce viale della Libertà all’altezza della pizzeria Ciro’s, è caduta a causa di un marcato dislivello presente tra l’attraversamento pedonale, realizzato su una piattaforma in cemento “a parte”, e il manto d’asfalto della strada.
Con conseguenze pesanti: la signora è rovinata a terra, ha battuto con violenza il capo sul bordo del marciapiede ed è finita al pronto soccorso cittadino con una profonda ferita lacero contusa alla fronte, che le ha lasciato una brutta cicatrice e una forte contusione al polso sinistro.
La donna, si è affidata a Studio3A, che ha raccolto tutta la documentazione, istruito la pratica e chiesto i danni al Comune, ma Itas ha rigettato la domanda.

E c’è voluto un processo penale per “smuovere” il caso di un’altra vittima delle strade dissestate del comune, una 44enne sandonatese che si è rotta entrambe le braccia, il 28 ottobre 2021: la donna è caduta rovinosamente su un marciapiede in via Carrozzani dopo essere inciampata a causa del “consueto” dislivello, di circa due centimetri, determinato dalla mancanza di una mattonella.

Anche questa cittadina si è rivolta a Studio3A per essere risarcita, ma diversi testimoni che hanno assistito all’evento, lo stato di dissesto del marciapiede, il fatto che subito dopo, come al solito troppo tardi, l’Amministrazione sia intervenuta per rabberciare la buca, indiretta ammissione di responsabilità, non sono bastati neanche in questo caso per riconoscerle l’equo indennizzo: Itas ha sempre risposto picche.

La querela presentata dalla danneggiata, tuttavia, ha fatto il suo corso, la Procura di Venezia ha aperto un procedimento penale per lesioni personali colpose gravi nei confronti di un dirigente del Comune e ne ha disposto la citazione a giudizio avanti il giudice di pace di San Donà di Piave: processo tuttora pendente, prossima udienza a ottobre, e che ha finalmente aperto un canale di trattativa stragiudiziale.

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