Sequestrato un laccio–trappola già posizionato: uccide le sue vittime in modo crudele
Cavallino Treporti – I Carabinieri del Nucleo CITES di Venezia e della Forestale di Portogruaro, nell’ambito di una indagine relativa al posizionamento di trappole per la cattura e l’uccisione di selvatici (nello specifico di volpi e altri mammiferi predatori), hanno sequestrato una trappola armata, già posizionata su un terreno agricolo, oltre ad altri sistemi a scatto per la cattura di animali, alcuni realizzati artigianalmente ed altri di tipo industriale, il cui utilizzo è rigorosamente disciplinato dalla legge nazionale e regionale.
In particolare, ancorato alla recinzione di un pollaio, i militari hanno rinvenuto un laccio-trappola, posizionato in un foro della rete realizzato e strutturato per sollecitare il passaggio degli animali selvatici, armato e pronto per la sua funzione di morte.
Il sequestro è collegato al rinvenimento, nella medesima zona e nei primi mesi dell’anno, di un esemplare di Volpe rossa (Vulpes vulpes) imprigionato da un laccio-trappola ed agonizzate per le ferite procurategli dalla stessa trappola artigianale, posizionata in un terreno agricolo, analoga a quella sequestrata.
L’Animale, poco dopo il ritrovamento, è deceduto a causa delle lesioni interne provocategli dalla trappola stessa.
Proprio le successive indagini, eseguite dal Nucleo Carabinieri CITES di Venezia e dirette dal Pm Giorgio Gava, hanno portato all’identificazione del principale sospettato e al successivo sequestro delle trappole.
Il laccio-trappola, oltre ad essere illegale, è un mezzo di cattura cruento dato che, imbrigliando l’animale catturato, ne causa la morte lentamente, tra atroci sofferenze, frutto di lesioni interne.