Sei famiglie con 5 minori fuori casa da marzo per l’incendio del condominio assicurato

Sono costretti a vivere in sistemazioni di fortuna da più di tre mesi, da quando un rogo ha devastato la loro palazzina costringendoli a fare fagotto, hanno già dovuto fare fronte a ingenti spese di messa in sicurezza e molte altre dovranno sostenerne per la bonifica e il rifacimento del tetto, ma la compagnia con cui hanno assicurato l’edificio, Generali, non intende risarcirli né concedere un anticipo per dare corso a onerosi interventi necessari per rendere di nuovo agibili gli appartamenti.
Vittima dell’ennesimo caso di mala assicurazione ben sei famiglie che risiedevano nel condominio “Oasi”, in via Carso 7 a Selvazzano Dentro, tre piani con sei unità abitative: tra gli sfollati, cosa ancora più grave, anche cinque bambini e una studentessa appena maggiorenne che sta preparando la maturità e ha visto andare in fumo anche tutti i suoi libri.
L’incendio è divampato dal tetto nel pomeriggio del 7 marzo, innescato accidentalmente, dai primi riscontri, da alcuni operai che stavano eseguendo lavori sulla copertura.
Nonostante l’intervento dei pompieri, il tetto dell’edificio è andato distrutto e pesantemente danneggiati anche gli alloggi e le parti comuni, compresi vano scala e ascensore, a causa del fumo e dell’acqua usata per spegnere il rogo, oltre agli impianti.
Almeno 200mila euro totali di danno. Ma quel che è peggio, l’immobile è stato dichiarato (ed è tuttora) inagibile, né potrà essere occupato fino al ripristino delle condizioni di sicurezza, alla verifica impiantistica e alla bonifica delle parti interessate.
L’edificio era coperto da una polizza globale fabbricati civili, la garanzia era attiva e capiente: il massimale per sinistro è di un milione.
Per essere assistiti nella procedura risarcitoria e percepire l’indennizzo dovuto, essenziale per pagare i lavori, le sei le famiglie si sono rivolte a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini che, tra le prime attività, ha acquisito i preventivi per avviare i lavori di messa in sicurezza dell’edificio, rimasto senza tetto, onde preservarlo da altri danni da intemperie, costo 17mila euro, cui sono seguiti altri, salati preventivi per la bonifica, quasi 40mila euro, il rifacimento del tetto, quasi 90mila, la riparazione dell’ascensore, ottomila, ecc.
Ma Studio3A ha anche subito chiesto i danni a Generali sulla scorta della polizza assicurativa e si è interfacciato con i suoi periti, ma la compagnia non intende scucire un euro e ha negato anche un anticipo.
Di fatto, Generali vuole mettere tutto o gran parte in conto a Itas Mutua, la compagnia dell’impresa edile che avrebbe inavvertitamente causato il rogo, e che a sua volta di pagare non ci sente.
Un comportamento grave perché per legge Generali è tenuta comunque in garanzia diretta a risarcire i propri assicurati e poi, eventualmente, a rivalersi sull’altra compagnia.
Ora Studio3A invierà un reclamo all’Ivass, l’organo di vigilanza del settore assicurativo, e se non interverranno cambi di rotta si sarà pure costretti ad adire le vie legali.