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Renato Casaro, il grande cinema da Cinecittà ad Hollywood. Dal 28 marzo a Treviso

A Treviso, con una grande mostra in tre diverse sedi cittadine – al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, che per l’occasione apre nella ritrovata Chiesa di Santa Margherita, al Complesso di San Gaetano, l’altra sede del Museo, e ai Musei Civici di Santa Caterina – il Mibact tramite la Direzione Regionale Musei Veneto, il Comune di Treviso e la Regione del Veneto, rendono omaggio a Renato Casaro (Treviso, 1935) considerato l’ultimo dei grandi cartellonisti di cinema.

Ultimo protagonista di un’arte ormai scomparsa, Renato Casaro assurge a simbolo di quella scuola italiana di cartellonisti del cinema, dove perizia tecnica, creatività, genio e istinto erano le garanzie e il valore aggiunto per il successo di innumerevoli film nazionali e internazionali.

Da Treviso a Roma a Hollywood – attraversando con la sua arte la seconda metà del secolo scorso – Casaro ci lascia in eredità una mirabile galleria di manifesti, testimonianza fondamentale per la storia del cinema.
A curare la mostra sono Roberto Festi e Eugenio Manzato, con la collaborazione di Maurizio Baroni, tre specialisti del settore, che hanno analizzato l’enorme archivio di Casaro (più di mille i manifesti e le locandine da lui realizzate), selezionando testimonianze di un percorso artistico durato cinquant’anni.

La mostra documenta 170 film e lo fa partendo dal “prodotto finito”, ovvero dai manifesti a due e quattro fogli, destinati alle sale cinematografiche o all’affissione.
Sono oltre un centinaio i pezzi selezionati e restaurati per l’occasione, alcuni dei quali acquisiti per questa esposizione.

I rari e introvabili fogli del decennio 1955-1965, mai apparsi in una mostra, presentano un artista in rapida formazione che, grazie al fertile ambiente romano – dove Cinecittà è in quegli anni una delle industrie più prolifiche – riesce a dare il meglio di sé in ogni genere: storico, peplum, commedia, noir e il nascente e dirompente fenomeno del “Western all’italiana”.

Ed è sorprendente vedere accostati, nella grande “terrazza” del Santa Margherita, Trinità e Rambo o gli indimenticabili manifesti di capolavori quali I magnifici sette, C’era una volta in America, Amadeus, Il nome della rosa, Il tè nel deserto, L’ultimo imperatore.

Gli oltre trecento pezzi presentati nelle tre esposizioni sono pubblicati nel prestigioso volume realizzato per questa mostra da Grafiche Antiga (pp. 412 in edizione monolingue italiana e inglese) e curato da Roberto Festi che riporta – oltre a tutte le opere presenti in mostra – testi critici e di approfondimento, immagini d’epoca, fotografie di scena e un primo analitico repertorio delle sue opere.

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