Treviso

Procura di Treviso chiede 2 rinvii a giudizio ai responsabili della morte di un 44enne camionista di Noale

Prima è stato tamponato da un automobilista ubriaco e che non si neppure fermato a soccorrerlo, poi, a distanza di pochi secondi, dopo aver fatto appena a tempo ad uscire dall’abitacolo della sua vettura, è stato travolto e ucciso da un’altra macchina: questa la tragica fine dell’incolpevole Livio Babetto, il 44enne camionista di Noale rimasto vittima il 17 dicembre 2022, lungo la Regionale 515 Noalese, a Quinto di Treviso, di un contorto e “misterioso” incidente che adesso la magistratura ha ricostruito nei dettagli.

A conclusione delle indagini preliminari il Pubblico Ministero, la dott.ssa Barbara Sabatini, ha chiesto il rinvio a giudizio per entrambi i conducenti degli altri due veicoli coinvolti nel sinistro e iscritti fin da subito nel registro degli indagati: una 26enne di Badoere di Morgano alla guida della vettura che ha inferto il colpo fatale alla vittima, la quale dovrà rispondere del reato di omicidio stradale, e un 31enne “pirata” responsabile del primo tamponamento, accusato dei reati di fuga, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza.
Il 12 marzo co sarà l’udienza preliminare di un processo dal quale i congiunti di Babetto, affidatisi a Studio3A, si attendono finalmente, dopo la verità, anche un po’ di giustizia.

I fatti accaduti quella notte, sono stati chiariti dagli accertamenti tecnici, in particolare una consulenza tecnica cinematica che ha ricostruito, dinamica, cause e responsabilità dell’incidente.

Inoltre, il conducente del Qashqai, dopo aver tamponato Babetto, ha proseguito la sua marcia tirando diritto in direzione Quinto, giunto alla rotatoria posta a 200 metri di distanza ha perso il controllo del veicolo andando a urtare contro il cordolo sinistro dell’aiola spartitraffico e abbattendo la segnaletica, e ha raggiunto l’abitazione della madre, a Zero Branco, parcheggiato l’auto in garage ed è salito in casa. Attraverso testimonianze e filmati delle telecamere, gli agenti della Polizia Stradale di Treviso lo hanno individuato a tempo di record e utile per sottoporlo all’alcoltest: 1,04 grammi per litro. L’imputato, quanto al tamponamento, ha sostenuto di aver accusato un colpo di sonno, ha ammesso agli agenti di aver assunto sostanze alcoliche, rientrava da una cena con amici, e sul “dopo” si è giustificato asserendo di aver avuto come un “vuoto”.

I congiunti della vittima, e con loro Studio3A, ora si aspettano una condanna congrua in sede penale ma anche una assunzione di responsabilità, per la rispettiva parte, delle compagnie di assicurazione delle due vetture, Generali e Linear, che sin qui si sono rimpallate, appunto, le responsabilità al punto che, i familiari sono stati anche costretti ad intraprendere le procedure per avviare una causa civile.

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