Treviso

Presentato il 18° Report sugli stranieri a Treviso

“Presenze necessarie”. È questo il titolo del 18esimo Report sulla presenza e sulla distribuzione degli immigrati nella provincia di Treviso.
Un’analisi realizzata da Cisl Belluno Treviso, Anolf, Caritas Tarvisina, Migrantes Treviso, cooperative La Esse e Una Casa per l’Uomo, con l’apporto qualificato di Veneto Lavoro.
La fotografia presentata propone una documentazione delle principali caratteristiche e delle tendenze evolutive del fenomeno migratorio nella Marca.
Il dossier presenta un quadro aggiornato di informazioni demografiche riferite al 1° gennaio 2021.

LA PRESENTAZIONE PUBBLICA
Il Report sarà presentato pubblicamente mercoledì 28 settembre alle 20.30 all’auditorium Stefanini in un evento inserito nelle iniziative del Festival dello Sviluppo sostenibile.
Interverranno Giorgio Santini, presidente dell’Asvess (Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile), Marco Berdusco della cooperativa Una Casa per l’Uomo), Laura Mulas di Veneto Lavoro e don Bruno Baratto di Migrantes Treviso.
Un altro evento pubblico dal titolo “Strappi (in)evitabili, cuciture possibili… Italiani, migranti e lavoro che cambia” si terrà lunedì 10 ottobre alle 20.30, nella Sala Longhin – Seminario vescovile, in piazzetta Benedetto XI, 2 all’interno della Settimana Sociale dei cattolici trevigiani.
Anche questo evento è inserito nelle iniziative del Festival dello Sviluppo sostenibile.

I DATI – I cittadini stranieri residenti in provincia di Treviso al 1° gennaio 2021 sono 92.110, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente.
Stabile sia la quota di residenti con cittadinanza straniera sul totale della popolazione provinciale (10,5%), sia la composizione di questo segmento della popolazione: il peso dei minori stranieri (che rappresentano il 22% del totale dei residenti stranieri) è pari a circa il 14% (poco meno di 20mila under 18) del numero complessivo di minori in provincia; quello delle donne rispetto al totale dei residenti stranieri è pari al 51% circa.
I nuovi nati sono 1.238, -2% rispetto al 2019, ma continuano a costituire oltre il 20% di tutti i nuovi nati della provincia.
Nell’anno della pandemia (2020, ultimo anno per cui sono disponibili dati Istat consolidati), i permessi di soggiorno di primo rilascio, cioè per nuovi arrivi, sono stati praticamente dimezzati (1.322), per i 2/3 per ricongiungimento familiare, da anni principale possibilità di ingresso regolare in Italia.
Complessivamente in provincia, al 1° gennaio 2021, i permessi di soggiorno sono 65.599, il 73% per lungo periodo. I primi gruppi nazionali di residenti si confermano: romeni (22% del totale), cinesi (10%), marocchini (9%), albanesi (8%) e macedoni (5%).

Le acquisizioni di cittadinanza sono tornate a crescere dal 2019: nel 2020 sono state 3.685 (+3,7%).
A partire dal 2002 quasi 51mila cittadini stranieri in provincia di Treviso sono diventati cittadini italiani.
In merito a rifugiati e richiedenti asilo, non esistono dati molto dettagliati sulla loro distribuzione provinciale: nel 2020 sono stati solo 86 i nuovi permessi di soggiorno per motivi di protezione ed entravano nei 1.728 permessi simili già in essere (pari al 2,6% di tutti i titolari di permessi di soggiorno presenti).
Nei due progetti SAI (Servizio Accoglienza e Integrazione, ex-SIPROIMI, ex-SPRAR), con a capofila il comune di Treviso e il comune di Asolo, a tutto il 2021 e primo semestre 2022 erano transitate 138 persone, in maggioranza maliani (16%), pakistani (14%) e somali (14%), per il 77% sotto i trent’anni.

Il conflitto in Ucraina, com’è noto, ha dato origine a un flusso molto consistente di profughi.
Per numero di residenti ucraini, a fine 2020 Treviso costituiva la seconda provincia in regione dopo Venezia (3.650, il 21,7% del totale provinciale), per cui era naturale attendersi un flusso consistente di persone, in quanto potevano avere qualche riferimento sul territorio.
A metà 2022 i profughi ucraini presenti in provincia sono circa 3.350, di cui il 45% minori, raddoppiando quindi il numero delle presenze. Da notare che la loro permanenza rimane assai provvisoria.

DEMOGRAFIA – Nel corso del 2020 il saldo naturale ha visto ancor più prevalere le morti sulle nascite, anche per effetto della pandemia che ha inciso soprattutto sulla popolazione più anziana, e quindi in particolare sul segmento italiano dei residenti, che registra 4.397 morti più dei nati, con un incremento negativo del 38,7% rispetto al 2019. Il saldo positivo dei cittadini stranieri, 1.094, in decrescita rispetto al 2019, non riesce a riequilibrare una simile tendenza. Il calo della popolazione complessiva nel corso del 2020 è stato pari a oltre 3.100 residenti in meno.
La popolazione straniera mediamente continua ad essere più giovane di quella italiana, con un segmento di minori pari al 21,8% rispetto al 15,9% dei soli italiani, e una presenza nella fascia convenzionalmente ritenuta in età lavorativa (15-64 anni) pari al 76,4% rispetto al 62,4% dei soli italiani.

LAVORO – Ulteriori analisi specifiche nell’ambito lavorativo, riferite a fine 2021 (con un aggiornamento al primo semestre 2022) confermano altresì la presenza necessaria di lavoratori stranieri in settori rilevanti del tessuto produttivo locale, quali l’agricoltura (40% di assunzioni di stranieri), le costruzioni (39%) l’industria (36%) e in particolar modo il lavoro domestico e di cura (il 73% dei lavoratori domestici sono stranieri).
La ripresa della mobilità intrinseca al mondo del lavoro dopo le restrizioni nel tempo di pandemia e il conseguente calo della domanda di lavoro, conferma una buona ripresa di assunzioni anche per gli stranieri (+17%), in particolare per le donne (+28% rispetto al 2020).
Nel lavoro dipendente, la quota complessiva delle assunzioni di stranieri nel corso del 2021 è del 26%.
Entrando in alcuni dettagli, a fine 2021 il saldo sul lavoro dipendente per gli stranieri era positivo per 3.320 posizioni.
Tra il 2019 e il 2020: presenza femminile ancora lontana dai livelli maschili (circa un terzo del totale dei lavoratori stranieri), ma in progressiva crescita; presenza maschile più rilevante, anch’essa in ripresa dopo la contrazione del 2020.
Al primo semestre 2022, +25% di assunzioni di lavoratori stranieri rispetto al 2021, pari al 28,5% del totale (con un saldo positivo per 3.095 posizioni), soprattutto per un aumento del 35% dei contratti a tempo indeterminato. L’aumento riguarda in particolare i servizi (+33%) e l’industria (+26%).
Per le nazionalità, ancora una volta si confermano ai primi posti gli assunti romeni (6.200, il 19% del totale delle assunzioni di stranieri); i marocchini (circa 9% del totale); i cinesi (circa 8,5%) e gli albanesi (circa 8%).

SCUOLA – Presenze necessarie anche a scuola (anno scolastico 2020/21), dove la realtà di 17.335 alunni di cittadinanza non italiana, per il 72,4% nati in Italia anche se ancora giuridicamente stranieri, da sommare a coloro che nel frattempo hanno acquisito la cittadinanza italiana, garantiscono il funzionamento di un numero rilevante di classi e il posto di lavoro di numerosi insegnanti, italiani per la quasi totalità. Rappresentano il 13,4% del totale alunni. Rispetto all’anno scolastico precedente vi è stata una flessione del 3,4%, in parte motivata anche dall’aumento delle acquisizioni di cittadinanza, come a Vicenza. I 418 neo entrati, comunque, pari al 2,9% del totale iscritti, rappresentano il numero più alto in tutta la regione. Le prime nazionalità rispecchiano le prime nazionalità presenti sul territorio: romeni (20% circa), marocchini (circa 12%), cinesi (11% circa), albanesi (10% circa).

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