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Pordenonelegge: ecco il treno storico che da Treviso e Trieste porta al festival del libro. A bordo anche la voce narrante

Grazie alla collaborazione con la Regione FVG e PromoTurismoFVG, con Fondazione Ferrovie dello Stato e il Comune di Pordenone, c’è una novità affascinante per chi vorrà raggiungere su rotaie la 25^ edizione di Pordenonelegge, Festa del libro e della libertà, in programma dal 18 al 22 settembre: sarà infatti possibile raggiungere il Festival nella giornata di sabato 21 settembre con il treno storico di Pordenonelegge in partenza da Trieste (fermate intermedie a Monfalcone, Gorizia e Udine) e da Treviso (fermate intermedie a Conegliano e Sacile).

A bordo della tratta Udine-Pordenone ci sarà uno speciale “viaggiatore narrante”, Romano Vecchiet, bibliotecario esperto di locomotive, binari e stazioni.
Sarà lui a raccontare il movimento incessante di un mezzo di trasporto – il treno – tanto necessario alla vita quotidiana, quanto propiziatore di incontri, sorprese, e (forse) amori clandestini.
I passeggeri, che riceveranno in dono alcune pagine dell’autore, potranno così vivere il clima di festa e organizzarsi per seguire gli incontri inseriti nel programma di Pordenonelegge.

Indicativamente il rientro è previsto alle 18 per il treno proveniente da Trieste e alle 16.30 circa per il treno proveniente da Treviso.
Info, orari e prenotazioni per il treno storico: fondazionefs.it e turismofvg.it

Il racconto di Romano Vecchiet è ispirato dal libro “Il fascino del treno. Piccole divagazioni tra binari e stazioni”, edito Ediciclo per la collana Piccola Filosofia di Viaggio.

Viaggiare in treno significa lasciare scorrere lo sguardo sul mondo che scorre lateralmente, dal finestrino. Ma anche vivere quel movimento con gli altri, gli sconosciuti compagni di viaggio, in un rapporto unico e magico insieme. Il treno ci parla anche se è fermo, ci parlano la sua forza, il peso, la lunghezza: è il mezzo di trasporto su terra più lungo e più pesante in assoluto, e la vecchia locomotiva a vapore, anche in sosta, esibisce una “fine e gigantesca eleganza, con le grandi ruote leggere unite da bracci d’acciaio, il petto ampio, le reni allungate e possenti, fabbricata con tutta la logica e tutte le garanzie di sicurezza che fanno la sovrana bellezza di quegli esseri di metallo” come scrive Émile Zola. Ansante e viva, bramante un accudiente per tutta la notte, con un battito ritmico di valvole e stantuffi che sembra il sospiro di un corpo assopito, è la macchina per eccellenza.

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