Pordenone lancia la campagna FamigliAmica – Accoglienza e affido per i minori in fuga dall’Ucraina
Secondo l’Unicef, dall’inizio della guerra sono oltre un milione e mezzo i minori fuggiti dall’Ucraina, alcuni con la madre o ad altri parenti, altri sono soli.
Le loro necessità sono bisogni materiali legati alla sopravvivenza, ma anche immateriali perché vivono un trauma molto profondo.
Ai più fragili e indifesi hanno pensato l’Assessorato alle Politiche Sociali e Welfare di Comunità del Comune di Pordenone e Ambito Territoriale Sociale Noncello lanciando la campagna FamigliAmica – Accoglienza e protezione familiare.
“Ospitare un bambino o una bambina in fuga dall’Ucraina si può – afferma l’assessora pordenonese Guglielmina Cucci – grazie alla formula dell’affido familiare e seguendo le vie istituzionali.
Si tratta di una forma di solidarietà molto significativa, che richiede alle famiglie affidatarie grande delicatezza e rispetto del vissuto del minore, delle sue origini e della sua storia.
Il loro affetto e la loro generosità in un momento di grande dolore deve coniugarsi coi bisogni dei piccoli profughi, che significa anche mantenere e recuperare i
legami con la famiglia di origine.
E in presenza di un nucleo familiare non escludiamo la possibilità di un affido tra famiglie.
Sono diverse le famiglie pordenonesi disponibili a fare spazio nella loro vita e nel loro cuore, per quella che sarà un’esperienza straordinaria, ma che non può essere improvvisata.
Per questo è stata lanciata la campagna “FamigliAmica”.
Le famiglie disponibili ad accogliere minori con la formula dell’affido sono infatti invitate a contattare i numeri 0434/392611; 0434/392618; 0434/392630 o scrivere a info@ambitopordenone.it per ricevere tutte le informazioni necessarie.
Come stabilisce l’Autorità Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (AIGA)
vanno infatti seguite le vie Istituzionali, tenendo presente che tutti i minori stranieri che entrano nel nostro paese devono essere registrati e censiti e va accertata l’esistenza di un rapporto di parentela con i loro eventuali accompagnatori.
Per quelli che invece arrivano soli si deve procedere immediatamente alla
segnalazione al tribunale per i minorenni per una rapida nomina del tutore volontario e la presa in carico da parte dei Servizi sociali del Comune.
“La solidarietà familiare – conclude Cucci – è una delle più significative forme di volontariato, perché permette ai minori di godere del sostegno educativo di una famiglia o di un genitore, che lo affiancano e lo supportano nella crescita e in un momento particolare di sofferenza e di separazione dalla propria terra e dalla
propria storia, quando non dai propri affetti familiari.