Pasiano/Lo spuntino durante il furto in azienda tradisce il ladro
Era il 2011 quando il rumeno B.M.F., oggi 34enne, ed alcuni suoi complici portarono a termine un furto di rame al cantiere di una nota ditta del pordenonese.
Qualcosa, tuttavia, andò storto: nel bel mezzo del furto, lui e i suoi soci decisero di fermarsi a mangiare hamburger, bibite e patatine. Un gesto costato caro ai ladri perché i Carabinieri li hanno identificato proprio grazie all’analisi dei resti di quel pasto veloce.
Il ladro era comunue riuscito a rendersi irreperibile immediatamente dopo i fatti.
Per quell’episodio a marzo 2020 la Procura pordenonese emise un ordine di carcerazione e il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Pordenone si misero alla caccia del latitante.
Grazie anche alla collaborazione con alcune polizie estere, le indagini hanno portato a localizzare il latitante rifugiatosi nel Regno Unito. A quel punto non è rimasto che coordinarsi con Scotland Yard che lo ha arrestato su mandato di Arresto Europeo.
Questa mattina l’uomo è stato estradato ed è giunto a Roma da Londra, scortato dal personale Interpol.
Ad attenderlo all’aeroporto di Fiumicino c’erano quegli stessi militari che lo hanno rintracciato e fatto arrestare dai collaterali britannici.
L’uomo è difeso dall’Avvocato Fabio Gasparini, del Foro di Pordenone.
Era novembre 2011 quando una banda di rumeni distrusse letteralmente una ditta di Pasiano di Pordenone per rubare in particolare rame: bottino di poche migliaia di euro, se non meno, e danni per decine di migliaia di euro.
Qualcosa andò storto, qualcuno si accorse di strani movimenti nella ditta ed allertò i Carabinieri.
I ladri, nel panico, decisero di abbandonare in fretta e furia il loro bottino e si diedero alla fuga.
Quando arrivarono sul posto, i militari dell’arma si accorsero che i ladri avevano lasciato una fabbrica devastata e tracce di un loro bivacco che avrebbero potuto essere molto utili alle indagini: resti di cibo, mozziconi di sigaretta, tovaglioli.
I resti del banchetto sono stati analizzati dal RIS di Parma che ha tracciato il profilo genetico dell’arrestato di oggi, nel frattempo resosi irreperibile dal suolo nazionale.
A distanza di 10 anni l’uomo potrà finalmente rispondere dei danni provocati allora, tradito da un boccone amaro.