Oderzo/Per la prima volta esposto l’Apollo rinvenuto negli scavi dell’84

La giovane Phoebe, la fanciulla romana raffigurata nell’importante stele funeraria esposta in mostra, e gli altri abitanti dell’antica Opitergium sono pronti ad accogliere i visitatori fino al 31 ottobre 2021.
Considerate le reiterate chiusure e le difficoltà di visita che si sono susseguite nei mesi passati, legate all’emergenza sanitaria, Oderzo Cultura ha dunque deciso di prorogare l’esposizione inaugurata lo scorso anno e allestita nelle sale di Palazzo Foscolo e del Museo Archeologico, al momento vistabile nei giorni di venerdì, sabato e domenica
Un evento troppo importante dal punto di vista scientifico e divulgativo per non garantire, ancora per alcuni mesi, la sua visita con la possibilità dunque per il pubblico e gli studenti di ripercorre sei secoli di storia dell’antico centro romano, dal I al VI secolo d.C , attraverso le testimonianze di oltre 50 tra i più significativi corredi rivenuti in oltre trent’anni di scavi, nella necropoli dell’antica Opitergium.
L’obiettivo è anche non disperdere le energie rimesse in campo per valorizzare e far conoscere al pubblico e agli stessi cittadini un patrimonio di grande valore – testimonianza di vita e morte di uno dei più importanti centri della romanità nel Nord Italia – attraverso un’esposizione che per significato e qualità ha richiamato anche il forte interesse della stampa specialistica che ha dedicato numerosi approfondimenti all’iniziativa.
Non solo: la mostra “L’Anima delle cose. Riti e corredi dalla necropoli romana di Opitergium”, promossa e organizzata da Oderzo Cultura in collaborazione con il Polo Museale del Veneto e con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, diventa anche l’occasione per un ulteriore arricchimento dal punto di vista scientifico e culturale.
Da un lato infatti Oderzo Cultura promuove il prossimo 25 maggio – online – una giornata di studi sulla tematica dell’esposizione: appuntamento di grande interesse per la partecipazione di autorevoli studiosi italiani ed esteri.
Dall’altro, il segnale di ripartenza si rafforza ulteriormente con l’annuncio da parte di Oderzo Cultura e della Soprintendenza competente, dell’arrivo nelle collezioni museali opitergine di un reperto di grande forza espressiva, rinvenuto nel 1984 nel settore urbano nord orientale dell’antica Oderzo, tra i ritrovamenti di strutture abitative.
La statuetta del I secolo d.c. raffigurante Apollo ignudo, alta circa 21 cm. in bronzo a fusione piena, gli occhi ageminati in argento, è uno dei più importanti reperti dello scavo condotto in quell’area.
Dal 28 maggio, l’Apollo di Oderzo, questa mirabile piccola scultura, restaurata e studiata dagli specialisti della Soprintendenza sarà per la prima volta visibile al pubblico, arricchendo in maniera permanente le collezioni del Polo Museale di Oderzo Cultura.