Venezia

Musile: 85enne chiede di patteggiare a seguito dell’investimento mortale del 21enne Andrea Ferrazzo

I genitori del 21enne Andrea Ferrazzo hanno dovuto aspettare quasi 5 anni, la metà passati ad assistere il loro unico figlio ridotto in stato vegetativo poco più che maggiorenne, per attendere un po’ di giustizia per il loro sfortunato ragazzo.

Mercoledì 20 luglio, in Tribunale a Venezia, avanti il Gup, nella già più volte rinviata udienza preliminare del procedimento penale a carico dell’anziano automobilista che ha investito la vittima, allora diciannovenne, mentre stava andando al lavoro in bicicletta, l’imputato, oggi 85 anni, anch’egli di Musile, come il giovane, ha chiesto di patteggiare la pena, ammettendo quindi la sua piena corresponsabilità nella tragedia.
Il giudice ha quindi rinviato l’udienza al prossimo 26 ottobre 2022 per dare modo al Pubblico Ministero della Procura lagunare titolare del fascicolo, di vagliare e definire la richiesta di patteggiamento.

Il 23 novembre 2017 alle 6.50 Andrea si stava recando come ogni mattina al lavoro con la sua mountain-bike e percorreva la Provinciale 50 da Musile verso Fossalta di Piave, in quel tratto via Argine San Marco Superiore.
Giunto all’intersezione con via Cavour, dove si trova la fabbrica, ha girato a sinistra ma è stato travolto dalla Skoda Felicia dell’imputato che sopraggiungeva dietro di lui nella stessa direzione.
Il giovane è stato caricato sul cofano, ha sfondato il parabrezza ed è volato a svariati metri di distanza, rovinando esanime sull’asfalto e riportando lesioni gravissime.
Trasportato in condizioni disperate e in coma all’ospedale di San Donà, è stato trasferito nella Rianimazione dell’Angelo di Mestre, dov’è rimasto fino al primo dicembre 2017.
Quindi, è stato ricondotto nella Terapia Intensiva di San Donà e poi è passato in quella del Ca’ Foncello di Treviso.
E’ riuscito a sopravvivere nonostante lo stato vegetativo persistente.

Da allora è stato un lungo peregrinare per ospedali, fino al ricovero permanente in casa di riposo, da ultimo il ricovero all’ospedale di San Donà per una complicanza e la morte il 20 marzo 2020, a 21 anni.

Un’assistenza continuativa che ha richiesto enormi sacrifici e che i genitori hanno dovuto sostenere con le loro sole forze senza ricevere un euro dall’assicurazione: tuttora sono stati risarciti solo in parte.
La madre e il padre di Andrea, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, unitamente per la parte penale all’avv. Piccoli. Studio3A ha presentato innumerevoli richieste danni all’assicurazione della vettura, Generali, la quale però, per mesi e per anni, ha negato ogni liquidazione, adducendo a giustificazione il fatto che le indagini preliminari, rallentate anche a causa della pandemia da Covid, erano ancora in corso.
Soltanto in un secondo tempo la compagnia ha liquidato ai genitori una somma, solo parziale.

Ora però si è arrivati all’udienza preliminare di ieri e alla richiesta di patteggiamento che, oltre a rendere un po’ di giustizia allo sfortunato ragazzo, ai genitori, si auspica possa finalmente portare anche a una piena assunzione di responsabilità da parte di Generali per giungere a un risarcimento decoroso.

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