Venezia

Mirano: chiedo alla Procura di fare piena luce sull’incidente. A chiederlo il papà di Andrea

Nessuna “caccia alle streghe” e nessun intento di vendetta, ma un atto dovuto alla memoria di Andrea, a un senso di giustizia.
Con questo spirito Giancarlo Marigo, il papà dell’11enne di Campocroce di Mirano vittima del tragico investimento di sabato 10 giugno all’incrocio tra via don Orione e via Viasana, la mamma Nicoletta e la sorella maggiore Aurora, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A.
E con lo scopo di chiedere alla Procura di Venezia, che ha automaticamente aperto un procedimento penale per omicidio stradale in capo all’automobilista che ha travolto il ragazzino, una consulenza tecnica cinematica per ricostruire, valutare e accertare la dinamica, le cause e tutte le responsabilità del drammatico sinistro.

Ne siamo perfettamente consapevoli, che è stato Andrea a non fermarsi allo stop, o comunque ad oltrepassare la linea di arresto uscendo da una strada laterale, spiega il genitore, ma è altrettanto vero che quell’intersezione e l’arrivo di mio figlio in bicicletta erano ampiamente visibili dall’automobilista, e che il limite di velocità “massimo” consentito in quel punto è di 40 chilometri all’ora.

Ciò significa, da codice della strada, che, se si vede sopraggiungere e avvicinarsi ad uno stop un utente debole, come un bambino, la velocità va regolata e ulteriormente ridotta per tutelare il ciclista o il pedone, e anche se stessi. Per questo chiediamo al Sostituto Procuratore, prima di prendere qualsiasi decisione circa un’eventuale archiviazione, che venga ben valutata la condotta di guida del conducente dell’Audi A1, e in particolare la velocità tenuta della vettura e quella di collisione”.

“Non vogliamo fare una caccia delle streghe o inseguire chimere, ma lo facciamo per puro senso di giustizia per la memoria di Andrea conclude papà Giancarlo, confidando che il Pubblico Ministero inquirente accolga l’istanza, che sarà presentata dai suoi patrocinatori.
Nel qual caso Studio3A metterà subito a disposizione un proprio consulente tecnico di parte per i suoi assistiti per partecipare a tutte le operazioni peritali.

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