Mediocredito/In Fvg l’anno scorso 548 domande per fondi anti covid

Trieste – “Nel corso del 2020 abbiamo svolto un
lavoro immane, caratterizzato da pratiche deliberate per cifre
dai 10mila fino ai 300mila euro con una media di oltre 120mila.
Sono pervenute 613 richieste, 548 delle quali relative alle
misure anticrisi legate all’emergenza. Solo un paio di domande,
tuttavia, sono risultate complete mentre, per tutte le altre,
abbiamo sempre dovuto intervenire per ottenere le integrazioni
necessarie. Infine, anche per le 273 archiviazioni è stato
comunque svolto un attento processo istruttorio”.
Lo ha reso noto il direttore generale di Banca MedioCredito del
Friuli Venezia Giulia Spa, Arturo Miotto, nel corso dei lavori
della II Commissione, presieduta da Alberto Budai (Lega) e
riunita in modalità telematica. La convocazione dei consiglieri
regionali era dedicata all’audizione sui tempi e le modalità di
erogazione alle categorie economiche e alle imprese dei
finanziamenti concessi a ristoro dei danni derivanti dalla crisi
determinata dalla pandemia da Covid-19.
Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato anche i
componenti della I Commissione (presieduta da Alessandro Basso,
FdI), sono intervenuti gli assessori regionali alle Finanze,
Barbara Zilli, e ad Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio
Bini.
La richiesta di audizione era stata avanzata dal consigliere
regionale Sergio Bolzonello (Pd) che ha ricordato “le
sollecitazioni giunte in Regione da parte di alcune aziende,
tutte molto critiche nei confronti di Mediocredito. Sono state
manifestate gravi problematicità e, in attesa della mozione
tematica a mia firma che mercoledì sarà discussa in aula dal
Consiglio regionale, posso dire di aver trovato corrispondenza
nei fatti concreti. Sono molto preoccupato per la gestione della
situazione da parte di Mediocredito e chiedo risposte precise”.
L’assessore Zilli ha invece evidenziato “l’utilità di poter
svolgere un’analisi della situazione, un anno dopo aver destinato
le prime risorse per le sezioni anticrisi con gestione affidata a
Mediocredito. Si è però verificato un sovraccarico di domande –
ha aggiunto Zilli – e, inevitabilmente, hanno fatto seguito
alcune criticità perché, nonostante le legittime pretese degli
imprenditori, chi è deputato a destinare le risorse sotto forma
di finanziamento è un istituto di credito e deve sottoporre la
sua azione al rispetto delle normative e alla sostenibilità dei
piani di rientro”.
Il collega Bini, dal canto suo, ha esordito sottolineando di
riconoscere “il lavoro immane evidenziato da Miotto,
caratterizzato da numeri incredibili e risposte molto importanti.
Tuttavia, è anche necessario cogliere i motivi delle proteste,
gran parte delle quali legate ai tempi lunghissimi per ottenere
risposta. La nostra esperienza positiva in materia di fondi
perduti – ha evidenziato – può essere preziosa: abbiamo messo a
disposizione una task force che, ogni giorno, ha risposto alle
richieste delle quasi 20mila partite Iva. Questo è mancato a
Mediocredito e chiederò l’istituzione di un call center in grado
di rispondere in tempo reale ai fruitori”.
Il dg Miotto, facendo le veci del presidente di Mediocredito,
Edgardo Fattor, ha ricordato che “oltre l’85% delle domande è
giunto da aziende non nostre clienti e sulle quali non avevamo
informazioni. Sul nostro sito è stato messo a disposizione un
modello per inoltrare le pratiche con tanto di elenco della
documentazione necessaria e, spesso, siamo stati noi stessi a
dover sollecitare una risposta alle nostre richieste di
chiarimenti. Inoltre, nel 2019 abbiamo ricevuto 176 domande per
la sezione anticrisi, mentre nel 2020 sono diventate 613″.
“Sempre nel 2019 – ha dettagliato ancora Miotto – abbiamo erogato
167 milioni di euro, che sono diventati 184 l’anno scorso quando,
oltre alle pratiche Covid, abbiamo deliberato 1.200 sospensioni
con le relative valutazioni. Se, talvolta, siamo stati lenti è
dipeso dalla volontà di trovare sempre le modalità per rispondere
positivamente alle richieste”.
Nel corso del dibattito, il consigliere Cristian Sergo (M5S) ha
chiesto di sapere quanti dipendenti in meno abbia oggi
Mediocredito rispetto il 2015 (“33 sono state le uscite e 14 gli
ingressi: quindi -19″, ha spiegato Miotto), ma anche “se i
rimborsi forfettari sono stati sufficienti per svolgere il grande
lavoro dell’anno passato”. Il collega pentastellato Mauro
Capozzella si è detto invece colpito “dall’alto numero di
pratiche incomplete, nonostante le agenzie specializzate e i
consulenti disponibili. Sembra il dipinto di una modalità di
lavoro del secolo scorso”.
Anche Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha auspicato “un sistema
di controllo oggettivo, rapido ed efficiente”, imitato in questo
da Alfonso Singh (Lega) che ha chiesto “maggiore velocità nelle
risposte, visto che anche i prossimi mesi saranno difficili”.
A fine lavori, il dem Bolzonello ha ribadito la sua
insoddisfazione “perché i numeri, pur eccezionali, non possono
sorprendere una banca. La Regione Fvg ha agito correttamente, ma
poi il sistema non ha funzionato, provocando un disagio diffuso.
Serve una decisione forte da parte di Mediocredito”.