Treviso

Medici di Famiglia a Codogné: Ulss2 fa il punto della situazione

In relazione alla situazione relativa ai medici di medicina generale di Codognè l’Ulss 2 precisa quanto segue:
La cittadinanza sta patendo un importante disagio per effetto di un insieme di fattori che si sono concentrati in un periodo già difficile dovuto alla pandemia:

  • Carenza di medici;
  • Difficoltà nelle comunicazioni per l’applicazione dei protocolli covid;
  • Contagi tra il personale sanitario, medico e infermieristico, che opera negli ospedali e nel territorio;
  • Presenza di personale no vax

A livello di Medicina Generale la carenza è generata da un elevato numero di cessazioni, sia per pensionamenti di numerosi medici sia per cessazione volontaria, anche a seguito dello stress correlato alla gestione della pandemia da covid 19.

I nuovi incarichi non sono sufficienti per la copertura delle cessazioni.
Inoltre, in questo momento, il lavoro della Medicina Generale è subissato da continue e pressanti richieste di prescrizioni di tamponi, spesso inappropriate, che hanno provocato un assalto telefonico e via mail ai Medici di base e alle sedi di Continuità Assistenziale (Guardia Medica).

Questo porta a un intasamento delle linee telefoniche per cui gli utenti che chiamano, spesso sono costretti a rimanere in attesa a lungo prima di comunicare con il medico o con il personale amministrativo che lo supporta.
Non sempre i cittadini, nel momento del bisogno, riescono a comprendere queste difficoltà, e invece hanno la percezione di un disservizio legato ad incuria e a superficialità dei medici.

Il senso di insicurezza provocato dalla paura dei contagi da covid sta generando un clima ostile e di sospetto nei confronti delle istituzioni e dei medici che vengono ritenuti inadeguati o non abbastanza efficienti nel fronteggiare le esigenze del singolo.
A Codognè la situazione è stata esacerbata dalla cessazione, nell’ultimo biennio di numerosi medici, cui sono subentrati dei nuovi professionisti che, ovviamente, hanno bisogno di più tempo per conoscere i loro nuovi pazienti, e conseguentemente i tempi di attesa per visite e prescrizioni si sono allungati.

In questa situazione serve la comprensione e la collaborazione di tutti per sostenere il lavoro dei medici presenti e non rendere ostile l’inserimento di nuovi professionisti. Si ricorda che l’ultimo giovane medico appena inserito ha cessato volontariamente dopo appena nove mesi di attività per difficoltà a sostenere i ritmi di lavoro generati da più di 1500 assistiti e per la relativa pressione psicologica.
L’Azienda Ulss 2 sta lavorando per riportare a Codognè un medico che aveva già operato nel territorio, per potenziare l’organico della Medicina di Gruppo di Roverbasso. Questo dovrebbe permettere a molti utenti che hanno dovuto scegliere il medico fuori del proprio comune di residenza di avere nuovamente un medico vicino a casa.

Per tutto il territorio dell’Ulss è da mesi che i distretti ed i servizi amministrativi competenti si stanno adoperando in tutti i modi per reclutare medici e proporre soluzioni, alcune anche difficilmente percorribili, per contenere il problema: è partita dall’Ulss 2 la proposta dell’innalzamento temporaneo dei massimali, recepita dalla Dgrv 8/2022.
Inoltre uno dei prossimi incaricati temporanei è un neo laureato appena stato iscritto all’ordine dei medici: si cerca quindi di investire anche il più possibile su nuove leve.
Si deve tener conto inoltre come ulteriore difficoltà che l’assistenza primaria è attribuita dall’ordinamento vigente a medici che non sono dipendenti dell’Azienda sanitaria, ma hanno una convenzione con l’Ulss, con una dinamica quindi molto peculiare.

A livello generale è compito delle istituzioni locali e nazionali cooperare nella presente difficoltà e lavorare sull’aumento della disponibilità di medici da immettere nel mondo del lavoro, modificando la programmazione dei posti nelle facoltà di medicina e nelle scuole di specializzazione/formazione di medicina generale; sarà importante inoltre rivedere tutto il sistema di vincoli e di incompatibilità tra le scuole stesse e l’esercizio della professione sanitaria.

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