Friuli Venezia Giulia

Linea Venezia-Trieste: RFI abbandona ipotesi variante Latisana

A renderlo noto è il consigliere regionale Cristian Sergo del Movimento 5 Stelle, “dopo avere letto l’avviso pubblico inerente l’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto di fattibilità tecnico-economica ‘Potenziamento della linea Venezia-Trieste. Posti di movimento e varianti di tracciato. PdM San Donà di Piave, PdM Fossalta di Portogruaro, variante Portogruaro e variante Isonzo’, pubblicato, fa sapere Sergo, il 10 gennaio scorso sul sito del ministero della Transizione ecologica”.

“È sicuramente positivo che, dopo le interlocuzioni avute con Rfi, i tecnici – evidenzia il pentastellato – si siano convinti che distruggere un tessuto sociale, allontanare una stazione ferroviaria dal centro storico, recuperare pochissimi secondi nel tragitto a fronte di 233 milioni di euro di costi (presunti), non fosse un’azione sostenibile e in linea con la transizione ecologica necessaria a questo Paese”.

“Ci sono però due note stonate – spiega la nota pentastellata – nella procedura avviata ieri.
Innanzitutto non è stato pubblicato il calcolo sommario della spesa, benché prodotto da Rfi ma ritenuto riservato. Questo rende abbastanza difficile poter esprimere un parere su un’opera di cui non si conoscono i preventivi di spesa, dovendo fare le valutazioni sull’analisi costi benefici della stessa.
Idem dicasi dello studio trasportistico che non c’è, non facendo capire ai cittadini perché l’opera sia necessaria, quali saranno i suoi benefici sia in termini di tempi di percorrenza ridotti, sia in termini di capacità di ulteriori treni che potranno percorrere la tratta con le migliorie”.

“La seconda preoccupazione è che rimane in piedi l’idea della variante Ronchi-Aurisina e quindi le nuove gallerie nel Carso. Ci abbiamo messo 5 anni per far capire a Rfi che la variante di Latisana non serve, e non molleremo fino a quando non capirà di dover accantonare una volta per sempre anche i 20 chilometri di gallerie e trincee. A quel punto – conclude l’esponente del M5S – un’opera che doveva costare ai contribuenti italiani 7.500 milioni di euro verrà realizzata con meno di 750 milioni, ottenendo praticamente gli stessi benefici”.

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