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Libri/I centri di accoglienza del Nord est raccontati da Serenella Bettin

È iniziata come un’indagine di cronaca, un lavoro giornalistico, un diario annotato giorno dopo giorno, tra un centro di accoglienza e l’altro, fino a diventarne un vero e proprio libro. Nessun fatto inventato, l’esperienza sul campo, maturata dalla giornalista veneziana, ma nata nelle Marche, Serenella Bettin si è tradotta in un lavoro dove i fatti nudi e crudi sono diventati un’analisi sul fenomeno migratorio negli hot spot e non solo, il tutto attraversando i centri e gli hub e percorrendo tutto il Nordest fino alla Lombardia.

È il percorso sulla via della disperazione che la giornalista ha affrontato nel libro “Aspettando che arrivi sera”, ora in ristampa. La verità nuda e cruda lungo una via della disperazione che molto toglie alla speranza dell’esito positivo della fuga da miseria, violenza e guerra.
Ecco quindi che dal lavoro sul campo esce un romanzo, un reportage, un diario, con i racconti, le testimonianze, le storie, gli aneddoti e le vite vissute a metà tra il filo spinato nelle ex caserme nelle campagne del nordest fino a Milano.

“Vuole essere un modo alternativo di raccontare l’immigrazione – racconta Serenella Bettin – Un romanzo, un reportage, un diario, con i racconti, le testimonianze, le storie, gli aneddoti, le vite vissute a metà tra il filo spinato e la finta accoglienza. È un romanzo con le varie inchieste finite sopra il tavolo della magistratura e con le visite fatte nei centri di accoglienza, prevalentemente veneti.

Ma anche l’hub di Milano. Una regione, il Veneto, che ha conosciuto la bomba dei migranti in tutti i suoi aspetti: dal sovraffollamento dei centri, alle rivolte, dalle proteste, alle marce, fino agli scandali che hanno coinvolto le cooperative. Truffe, maltrattamenti, falsi in atto pubblico, associazione per delinquere nella frode di pubbliche forniture. È un diario, cominciato nel 2016, da quando l’immigrazione in Veneto diventò vera e propria emergenza, fino alla chiusura dei più grandi centri: San Siro di Bagnoli di Sopra, in provincia di Padova; ma soprattutto Conetta, nel veneziano, la cui ex base militare per la gioia dei cittadini è stata chiusa il 20 dicembre 2018.

Tra il 2016 e il 2018 “ho fatto Conetta, Bagnoli, sono andata a Padova, nell’ex Prandina, a Treviso all’ex caserma Serena, a Oderzo, negli hotel dismessi. Tra Conetta e Bagnoli ci sono stati periodi in cui c’erano oltre 2400 migranti e Conetta è una frazione che ha 196 abitanti: per una frazione di appena 200 anime, se arrivano oltre mille profughi, crei un malessere. Ho parlato con le persone del posto, ho raccolto le loro storie, molti avevano paura. A Bagnoli ci sono stati anche due tentativi di stupro. Ma sono anche andata nell’hub di Milano, per scoprire come in Italia quando ottieni il permesso di soggiorno, il tuo posto nel mondo è sotto un cavalcavia di una tangenziale”.

IL NUOVO LIBRO: “Contro il CoroNavirus”
Ho cominciato a scrivere queste note dalla prima sera in cui mi spedirono a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, per fare un servizio. Vo’ è stato uno dei primi comuni colpiti dal Coronavirus. Presi molta paura quella sera. Tantissima. Da lì ho iniziato ad annotare tutto. Storie, racconti, testimonianze, dati, interviste. Da lì ho iniziato giorno per giorno ad approfondire, a studiare, ad ascoltare le vite degli altri, a raccoglierle, a viverle. Questa è la prima fase. Quella che mai dimenticheremo. Dalla prima alla terza fase cambia la percezione, l’umore, cambiano le sensazioni. Vuole essere una testimonianza di chi a modo suo ha provato a raccontare…

Breve Bio
Serenella Bettin, 36 anni, giornalista.
Nata nelle Marche, trapiantata in Veneto. Inizia la sua attività giornalistica nel 2013 lavorando al Gazzettino. Dopo quattro anni passa a La Nuova Venezia ma dopo sette mesi viene “licenziata” perché le sue idee non sono in linea con l’editore. Ora collabora con il Giornale, il Giornale.it e con il settimanale Oggi.
Corrispondente del Nordest, scrive di attualità e cronaca. Ha scritto su Panorama e il Foglio. Dal 2016 si occupa di immigrazione. Ha seguito le inchieste sui foreign fighters partiti da Belluno per andare a combattere in Siria, sfociate poi in un libro con l’inviato di guerra Fausto Biloslavo e Pier Luigi Bianchi Cagliesi: “Bosnia Erzegovina – Porta dell’islam verso l’Europa. É stata in Kosovo, lungo la rotta Balcanica in Slovenia e recentemente in Bosnia e Serbia.
Nel 2019 ha pubblicato il libro – diario sull’immigrazione “Aspettando che arrivi sera – l’immigrazione come nessuno ve l’ha mai raccontata”.
Ora ha ultimato il libro sul Coronavirus.

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