La truffa dei venditori d’auto che sparivano: 3 misure cautelari e un sequestro preventivo per oltre 2 milioni di euro
Ieri militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Vicenza e del Gruppo della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa hanno dato esecuzione a 3 misure cautelari personali emesse dal G.I.P. del Tribunale di Vicenza.
Paolo Stevan è finito direttamente in carcere, Jhonny Pizzolato agli arresti domiciliari e Luigino campagnolo all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Lo Stevan, che non era in casa ieri mattina, si è costituito in serata ai Carabinieri di Castelfranco Veneto.
Carabinieri e Finanzieri hanno anche portato a termine il decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P., su beni nella disponibilità dei 3, per un ammontare complessivo di 2.337.986,14 euro.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vicenza, era iniziata nel dicembre 2018, partendo da molteplici truffe legate alla compravendita di auto della concessionaria AUTOKEW s.r.l.s. di Montecchio Maggiore.
Dopo aver visionato i veicoli su internet ed aver effettuato dei giri di prova recandosi in concessionaria, gli acquirenti consegnavano agli indagati contanti, assegni o bonifici bancari come caparra, per un totale di oltre 1.200.000,00 euro, salvo poi scoprire, nel giorno concordato per il ritiro delle auto, che i gestori della concessionaria si erano dileguati e che nessun veicolo era più presente nel piazzale espositivo.
Una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla truffa il cui promotore e capo sarebbe, secondo le indagini, Paolo Stevan.
Secondo gli investigatori, le somme che finivano sul conto della concessionaria poi sparivano verso altre destinazioni, anche dopo il fallimento dell’impresa, costituendo quindi bancarotta fraudolenta.
Ulteriori sviluppi d’indagine hanno poi riguardato altre società, sempre riconducibili dì fatto a Stevan e Pizzolato, formalmente amministrate da consapevoli “prestanome”, tra cui Luigino Campagnolo.
Società che sulla carta si occupavano di compravendita di auto nell’Unione Europea, ma che in realtà emettevano sistematicamente fatture per operazioni inesistenti finalizzate a consentire l’evasione dell’IVA ai soggetti economici effettivi acquirenti delle auto.
Il meccanismo fraudolento adoperato era quello del ed. falso consumatore finale”, attraverso il quale veniva fittiziamente fatta figurare, quale acquirente dei veicoli di provenienza comunitaria, una persona fisica che provvedeva a richiedere l’immatricolazione del mezzo alla motorizzazione, consentendo all’operatore economico reale acquirente, attraverso tale schermatura, di aggirare gli obblighi di versamento dell’imposta.
Sono state pertanto contestate le fattispecie di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e di omesso versamento dell’IVA, in relazione alle quali è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alia confisca del profitto dei reati per un importo di circa 1.100.000,00 euro.