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Indagine Confartigianato Oderzo-Motta: 2022 si chiude con fatturato in aumento per le aziende ma marginalità risucchiata dai costi energetici

E’ stato un anno tribolato per le imprese artigiane, questo 2022, alle prese con i cantieri Ecobonus, burocrazia, aumenti repentini dei prezzi materie prime e dei costi energetici.
I titolari di imprese di piccole e medie dimensioni dovranno attendere ancora qualche mese per capire se l’aumento di fatturato ha fatto segnare anche un’adeguata marginalità oppure è stata erosa dagli aumenti, in particolare di gas ed elettricità.

Per far luce sulla parabola dei costi energetici, si è messo al lavoro il centro studi della Confartigianato Oderzo-Motta ed è toccato ad Armando Sartori, illustrare la ricerca ai giornalisti.

Il Presidente ha subito posto in evidenza come nel corso di questo 2022, le imprese siano state messe in difficoltà soprattutto dal rincaro dei costi dell’elettricità e del gas, e poi si è aggiunta la stretta delle catene di fornitura che hanno portato ad una contrazione delle commesse e dei fatturati.

L’illusione nella crescita del fatturato
Certi artigiani si sono fatti abbagliare, dando uno sguardo ai dati di fine anno, dalla crescita del fatturato ma scopriranno tra qualche mese se è stata generata la giusta marginalità.
Confartigianato, brava a fare i conti, si è concentrata sull’andamento dei costi di gas e elettricità.
L’analisi non può prendere in considerazione i prezzi di mese in mese ma è stato necessario prendere in esame un lasso di tempo più ampio.
E’ così che, tutto l’anno 2022 è stato messo a confronto con il 2020, anno del Covid, e i prezzi in vigore quell’anno erano in linea con i precedenti.
Se ne consegue, conferma Sartori, che è stato impossibile per le imprese, abituate a basarsi su dati storici, mantenersi al passo con preventivi, commesse senza riuscire a metabolizzare le variazioni continue delle materie prime energetiche che crescevano di mese in mese.

Da Gas ed Elettricità, risultato incredibile
Partendo da valori inconfutabili messi a disposizione da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e GME (Gestore Mercati Energetici), l’ufficio Studi di Confartigianato ha messo a confronto mesi ed anni.
Molte persone sulla vicenda hanno una visione distorta, afferma Sartori, sono consapevoli che ci sono stati gli aumenti ma non in quale misura.
Ebbene i dati svelati dalla Confartigianato Oderzo-Motta, sono i seguenti:

Gas: aumento del 1092,13% dal 2020 al 2022
Elettricità: aumento del + 644% in F1; + 655% in F2 e +734% in F3, sempre tra il 2020 e il 2022.

Per le imprese artigiane, aver affrontato questo salasso di costi, significa un drenaggio di risorse e liquidità che sono riusciti solo in parte a trasferire i costi sull’utente finale.
E’ così che molte aziende scopriranno che nel 2022 hanno generato poca marginalità.
Rischio è di finire anche in perdita dopo la sorpresa varata dal governo, la norma riservata alle imprese con meno di 50 dipendenti, che devono rivalutare il fondo TFR del 10%.
In Italia le piccole e medie imprese sono soprattutto artigiane e questo non è un salasso da poco.
Sartori fa osservare che un dipendente che lascia i soldi in banca non trova il suo “gruzzolo” rivalutato del 10%, alla fine l’azienda diventa meglio di una banca.

Ultima preoccupante osservazione sul processo di inflazione. “Stiamo viaggiando ora ad una inflazione reale attorno al 13%, mentre per l’Istat attorno al 10%”, attesta Sartori.
Che conclude con una sua riflessione: “C’è un clima di recessione che ancora non percepiamo.
Quando il clima verrà percepito dalle aziende, sarà troppo tardi!”

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