Pordenone

Indagine antidroga dei Carabinieri di Sacile porta a 4 arresti e 3 denunciati. Identificati anche 40 assuntori

L’hanno chiamata Belua ed è un’indagine che ha impegnato i Carabinieri di Sacile per 4 mesi, portando a sgominare una vera e propria banda che, oltre che a Sacile, trafficava droga a Treviso, Udine e Venezia.

A finire nei guai, 7 persone e 40 dei loro clienti.
Per uno è scattato il carcere, per 3 i domiciliari, un quinto è all’obbligo di firma, mentre gli ultimi due sono stati denunciati in stato di libertà.

Le indagini hanno certificato scambi droga – denaro per oltre 300 grammi di sostanza, con il sequestro di 20 gr di cocaina, 12 telefonini, sostanza da taglio, bilancini e altro materiale.
A finire dietro le sbarre, una vecchia conoscenza: il 46enne sacilese Andrea C., pregiudicato.
Costretto al braccialetto elettronico un altro sacilese con trascorsi: il 32enne Ivan F., così come il 42enne di Gaiarine Maurizio M.

Gli altri implicati sono il 35enne Jerry B, nigeriano domiciliato a Padova e la 33enne maniaghese Serena V., quest’ultima bloccata mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto in Francia.
Cocaina, eroina e marijuana il carnet di droghe trafficate dal gruppetto che contava almeno una quarantina di clienti tra i 30 e i 56 anni (tutti segnalati alle rispettive Prefetture).

L’inchiesta dei militari sacilesi era partita nell’aprile scorso, dopo un controllo di alcuni soggetti che stazionavano nel parcheggio dell’Eurospar.
L’indagine che ne scaturiva ha poi preso il nome dal nomignolo con cui è noto il presunto capo di tutto il giro: “Bestia”.
Era quest’ultimo a individuare i fornitori, per lo più a Mestre e Conegliano, e con loro negoziava prezzi e quantitativi.
Il braccio destro era invece Maurizio M., mentra le forniture pattuite erano trasportate da Ivan F. e Serena V.

Lo spaccio al minuto avveniva poi al sottopassaggio della Stazione Ferroviaria, nei meandri, in gergo “bunker” delle palazzine di Corso Garibaldi (dove veniva anche nascosta la droga), parcheggi di supermercati locali e aree di servizio dei distributori, dietro locali pubblici e a Sant’Odorico nelle zone del cimitero e della chiesa.

La marijuana, venduta a 8-10 euro al grammo, era convenzionalmente definita “verdura”: le dosi non passavano mai di mano in mano ma venivano abbandonate in pacchetti di sigarette gettati a terra in punti prestabiliti.
La cocaina era la “Bianca”, “Nera” o “Birra”: 80 euro al grammo ed è risultata di buona qualità.
In tutto, secondo i Carabinieri di Sacile, un giro che poteva rendere anche 2 mila euro a settimana.

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