Pordenone

I passaggi a livello di Sacile/Per Viale Lachin progetto pronto, i soldi che servono invece no

Trieste – Molti gli argomenti sul tavolo, quest’oggi, della IV Commissione regionale davanti a cui si sono presentati i rappresentanti di Rfi Rete Ferroviaria Italiana.
Tra questi, anche i due passaggi a livello sacilesi.

“Le soluzioni per eliminare due passaggi a livello ferroviari che causano disagi al traffico a Sacile, quelli di viale Lacchin e della strada statale 13, sostituendoli con altrettanti sottopassi, sono a portata di mano: riteniamo urgente procedere con questo genere di interventi”.

Lo afferma in una nota Mara Piccin (Forza Italia), presidente della IV Commissione, dopo l’audizione di Rfi.
“Per quanto riguarda viale Lacchin, lungo la ferrovia Udine-Venezia – fa sapere la Piccin – è stato completato il progetto definitivo di un sottopasso, trasmesso al Comune.

L’ente locale ha inviato le sue osservazioni, in corso di recepimento: il quadro economico è di circa 6 milioni di euro e il cantiere è previsto nel secondo semestre del 2023, dopo la fase di verifica validazione e affidamento dei lavori.
Andrà sottoscritto un documento per far sì che gli oneri dell’opera ricadano su Rfi”.

“Per il superamento del passaggio a livello della Pontebbana – aggiunge la consigliera – è previsto un sottopasso in asse all’attuale viabilità, con strade per l’accessibilità alle proprietà limitrofe.
Sulla base di un accordo del 2016, Rfi ha completato una valutazione preliminare tecnico-economica, presentando un quadro di 8 milioni di euro (importo che fa riferimento al 2018).

Mancano i successivi livelli progettuali e Rfi si è resa disponibile anche a un tavolo di confronto con la Regione, individuando i soggetti che potranno garantire il finanziamento dell’opera. L’auspicio – chiosa la Piccin – è che ciò avvenga in tempi rapidi: la velocizzazione del traffico ferroviario da una parte, l’eliminazione dei disagi per la circolazione stradale dall’altro, giustificano pienamente questo tipo di investimenti dalle immediate ricadute”.

Per quanto concerne la Destra Tagliamento e le attenzioni che le riserva Rfi, muove qualche polemica l’esponente del Pd Nicola Conficoni.

“Ancora una volta il Friuli Occidentale finisce per ricoprire lo sgradito ruolo di Cenerentola.
Dall’audizione di Rete ferroviaria italiana sui progetti di sviluppo in regione emerge come, rispetto all’area triestina e a quella di Udine, Pordenone si trovi con un pugno di mosche, con le necessità territoriali sottovalutate in particolare dalla Giunta Fedriga, quindi con l’area dell’interporto non finanziata e la pedemontana con tempi e costi incerti relativi ai futuri interventi”.

Continua Conficoni: “Se su Trieste vediamo investimenti per oltre 400 milioni, se si contano oltre al collegamento con Divaccia in Slovenia e con Venezia anche quelli sul Porto e per il nodo di Udine 73 milioni sul piatto ai quali si affiancano i 40 stanziati dal Cipe, come annunciato dall’assessore, e i 41 per ammodernare la tratta fino a Cividale, a Pordenone non restano che 22 milioni, dei quali 15 sull’elettrificazione della Casarsa-Portogruaro e altri 7 accantonati per la riapertura della tratta Pedemontana, ma con tempi e costi da definire”.

“Inoltre, su questa tratta – così ancora il dem – il programma di esercizio prevede il solo trasporto delle persone, lasciando fuori tutta la partita delle merci.
Non risulta, poi, finanziata l’eliminazione del passaggio a livello lungo la strada statale 13 Pontebbana a Sacile.
Peggio ancora va all’interporto di Pordenone, per il quale il piano illustrato da Rfi non prevede i fondi, che dovrebbe stanziare la Regione, necessari a ricavare un secondo innesto sulla linea Venezia-Udine”.

“Il porto di Trieste rappresenta sicuramente un’opportunità per tutta la regione – chiosa Conficoni – ma questo non deve far dimenticare il Pordenonese, l’unica area del Fvg a forte valenza industriale e che sta registrando una crescita demografica della quale va tenuto conto”.

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