Venezia

Ha patteggiato 8 mesi l’automobilista che ha investito il giovane Andrea Ferrazzo, spirato a soli 21 anni dopo 28 mesi in stato vegetativo

Dopo più di cinque anni di attesa, il Tribunale a Venezia ha emesso la sentenza nel processo per l’incidente stradale costato la vita al giovane Andrea Ferrazzo, deceduto dopo una lunghissima agonia.
L’investitore ha patteggiato la pena di otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale.

Quella mattina, era il 23 novembre 2017 alle 6.50, l’allora 19enne Andrea Ferrazzo si stava recando come ogni mattina al lavoro con la sua mountain-bike e percorreva la Provinciale 50 da Musile verso Fossalta di Piave, in quel tratto via Argine San Marco Superiore.

L’automobilista, oggi 85 anni, anch’egli di Musile di Piave come la vittima, investì il giovane che volò a svariati metri di distanza, rovinando esanime sull’asfalto e riportando lesioni gravissime, trauma cranico, emorragia ed edema cerebrale diffuso, fratture vertebrali.
Trasportato in condizioni disperate all’ospedale di San Donà, è stato trasferito nella Rianimazione dell’Angelo di Mestre, dov’è rimasto fino all’1 dicembre 2017.
Quindi, ricondotto nella Terapia Intensiva di San Donà dove poi è passato in quella del Ca’ Foncello di Treviso.
Per il giovane, una diagnosi senz’appello: stato vegetativo persistente.
Invalido totale e bisognoso di assistenza h24. Da allora è stato un lungo peregrinare per ospedali, in quello riabilitativo di Motta di Livenza e al Ca’ Foncello in Neurochirurgia, e un susseguirsi di interventi chirurgici fino al ricovero permanente in casa di riposo, da ultimo quella di San Donà, dove mamma Cinzia e papà Franco lo hanno assistito quotidianamente fino alla morte sopraggiunta il 20 marzo 2020.

I genitori di Andrea, che hanno perso il loro unico figlio, e che in tutti questi anni sono stati sostenuti da Studio3A-Valore S.p.A., si sono costituiti parte civile: sono stati risarciti solo in parte e ora la speranza è che, in forza del punto fermo del patteggiamento e della relativa ammissione di colpa dell’imputato, anche la compagnia di assicurazione della vettura, Generali, si assuma finalmente le sue responsabilità liquidando un risarcimento decoroso.

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