Venezia

Giudice di pace condanna compagnia Fondo Vittime a risarcire automobilista mandato fuori strada da un “pirata”

Oggi un 36enne mestrino, assistito da Studio3A, ha capito cosa significhi avere a che fare con il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada che dopo otto anni di battaglie si è visto riconoscere dal Giudice di Pace di Venezia il legittimo risarcimento.

Era il 12 gennaio 2016, quando l’uomo stava percorrendo la tangenziale di Mestre a bordo della sua Fiat 500, poco dopo lo svincolo di Marcon, si appresta a superare il veicolo, ma alle sue spalle sopraggiunge a forte velocità una Mercedes scura il cui conducente prima cerca di passare in mezzo tra la 500 e la macchina che quest’ultima sta sorpassando, poi si sposta a sinistra insistendo nel voler passare subito ma così stringe pericolosamente l’utilitaria del 36enne che, per evitare lo scontro, è costretto a sterzare bruscamente a destra per rientrare in prima corsia. Nell’effettuare questa manovra di emergenza, però, l’automobilista mestrino perde il controllo della vettura e va a sbattere contro il guardrail, mentre la Mercedes tira diritta e si dilegua: non sarà mai rintracciata.
Anche se tra i due mezzi non vi è stato contatto, è evidente che l’incidente è stato causato dall’auto pirata.

Per essere almeno risarcito, il danneggiato, si rivolge a Studio3A-Valore S.p.A., che, essendo rimasto sconosciuto il veicolo responsabile del sinistro, chiede i danni al Fondo Vittime della Strada.
E Studio3A si rapporta con Cattolica, la compagnia all’epoca designata dal Fondo per la regione Veneto: raccoglie tutta la documentazione con la versione del 36enne, confermata integralmente da un automobilista che lo seguiva, che ha visto tutta la scena, e, di più, dalla Polizia Stradale di San Donà di Piave, che ha visionato le videocamere acquisite da Autovie Venete.
Ma nonostante le dimostrazioni schiaccianti e la richiesta risarcitoria sia di poche migliaia di euro, Cattolica denega clamorosamente ogni risarcimento.

Risultato, l’automobilista è stato costretto a procedere con una citazione in causa avanti il Giudice di Pace lagunare nei confronti di Cattolica e, con sentenza del 16 febbraio 2021, il magistrato gli ha dato ragione.
Il totale da liquidare non arriva neppure a diecimila euro, ma il 36enne per poter incassare, ha dovuto attendere quasi altri tre anni, ossia l’ormai famoso “timbro” della cancelleria del giudice di pace di Venezia necessario per rendere esecutivo il provvedimento, che è stato “depositato” il 2 dicembre del 2023.

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