Venezia

Eraclea/genitori della 23enne morta in un incidente, citati dal legale della controparte che guidava sotto l’effetto di alcol e droga

Ricevere quella lettera dall’avvocato di controparte che li invitava a una negoziazione assistita “per risolvere in via amichevole la controversia”, e, soprattutto, il tentativo di addossare tutta la colpa alla loro ragazza, che era sobria, laddove invece l’altra conducente guidava in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti.

Una tragedia che ha preso avvio nella notte del 15 dicembre 2019, con uno dei più terribili incidenti stradali successi nel Veneziano: tre giovani vite spezzate, tra cui quella della loro figlia, Chiara Brescaccin, che aveva solo 23 anni e viveva ad Eraclea.

Chiara Brescaccin

Con lei sono deceduti anche Matteo Gava, 20enne, di Salgareda (Tv), un suo collega di lavoro che viaggiava come passeggero sulla Fiat Punto che stava guidando, e Giulia Biancoletto, 25 anni, di San Donà di Piave, conducente dell’altra vettura coinvolta nel tremendo frontale, una Citroen C3.

Cosa sia successo alle 2.20 di quella notte, sulla Variante alla SS14 a San Donà, tra due macchine che procedendo in opposte direzioni nessuno potrà mai stabilirlo con certezza.

Nello schianto nessuno è sopravvissuto; non vi sono testimoni.
La magistratura non ha condotto nessuna indagine in quanto, con il decesso di entrambe le conducenti, è automaticamente venuto meno qualsiasi procedimento penale.

Si tratta, peraltro, di un sinistro complesso e anomalo: punto d’urto a ridosso della linea di mezzeria, anche se leggermente spostato verso la semi-carreggiata percorsa dalla Citroen, che comunque non teneva la destra; danni sulle auto concentrati sulle fiancate destre, tanto da far pensare che una delle due ragazze, nel tentativo di evitare il frontale con l’altra che aveva invaso o parzialmente invaso la sua corsia, si sia “buttata” a sinistra, finendo a sua volta contromano.

Di fronte a tante incertezze, i familiari di Chiara si sono affidati allo Studio3A-Valore S.p.A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni, che ha chiuso la trattativa per i propri assistiti con una equa liquidazione del danno.

Logica, quindi, la profonda amarezza della famiglia Brescaccin alla lettera inviata dal legale dei Biancoletto, che evidentemente punta a ottenere un maggiore risarcimento per i propri clienti dall’assicurazione, forte del fatto, come asserisce, che la collisione sarebbe avvenuta (per questione di centimetri) nella corsia di pertinenza della Citroen.

I genitori di Chiara sono consapevoli che l’azione rientra nei diritti della controparte, ma la prospettiva, dopo tutto ciò che hanno passato, di essere anche citati in una causa civile, per quanto saranno poi le compagnie delle due auto a vedersela tra loro, non può che destare in loro profonda ansia e, soprattutto, non ci stanno che si tenti di gettare tutta quanta “la croce” addosso a Chiara, ad ascriverle tutta la responsabilità del sinistro, anche per il rispetto della sua memoria e, soprattutto, tenuto conto dello stato di grave alterazione psicofisica con cui Giulia Biancoletto, che tornava da una festa di laurea, si era messa al volante: le analisi tossicologiche a cui sarebbe stata sottoposta hanno rilevato un tasso di alcool nel sangue di 2,54 g/l, contro il limite di 0,5, e la positività alla cocaina.
Senza contare che il tachimetro della sua vettura era fermo a 130 km/h.
Chiara, invece, era negativa a tutto e andava molto più piano.

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