Da giovedì temperature in rialzo. Sotto i 1.500 mt rischio chiusura impianti per fusione neve
Una perturbazione atlantica ha attraversato il Veneto nella giornata di Natale apportando deboli piogge in pianura.

Giornata molto umida anche Santo Stefano con la nebbia mattutina su molte zone di pianura mentre in montagna è uscito il sole anche se leggermente velato.

Questa fase umida terminerà con il passaggio di un altro modestissimo impulso perturbato (lunedì pomeriggio) e di un altro, l’ultimo della serie, tra martedì e mercoledì.
Da giovedì, il tempo tenderà a divenire più stabile, più soleggiato e con temperature in sensibile aumento soprattutto in alta montagna, per l’espansione di un promontorio anticiclonico di origine mediterranea che sarà accompagnato da aria molto mite in quota; lo zero termico tenderà a portarsi tra i 3000 m e i 3500 m verso gli ultimi giorni dell’anno con temperature ben al di sopra delle medie stagionali e con graduale aumento dell’inversione termica nelle valli.
Fino a Capodanno quindi, saremo sotto un’anomala campana di alta pressione che presenterà geopotenziali estivi e termiche in quota da giugno inoltrato.
Sono infatti previsti picchi termici compresi tra +13 e +16° a 1500m.
L’instaurazione di questo anticiclone molto coriaceo, sarà di difficile rimozione e potrebbe tranquillamente perdurare fino alla fine della prima decade di gennaio.
Sulle Alpi continuerà l’intensa fusione che già da giorni sta avvenendo, con probabile chiusura degli impianti sciistici posti al di sotto dei 1500m.
Come sovente avviene durante la stagione invernale, si formeranno inversioni termiche, con nebbie e nubi basse che creeranno una “falsa” sensazione invernale su pianure e fondovalle, dove le temperature difficilmente supereranno i 2-6° gradi.
Basterà salire poco di quota per rendersi conto che l’atmosfera sarà tutt’altro che invernale