Crollo Marmolada, la situazione un anno dopo

Si è da poco conclusa la messa a monte di Passo Fedaia in suffragio alle 11 vittime, di cui 8 venete, morte nel crollo del seracco di Punta Rocca sul ghiacciaio della Marmolada avvenuto un anno fa, il 3 luglio del 2022, alle ore 13:45.
Quel giorno crollarono 63.300 metri cubi di ghiaccio che travolsero diverse cordate di alpinisti ad una velocità di 50-80 metri al secondo.
La situazione attuale
Nel giorno dell’anniversario della tragedia la situazione sul ghiacciaio è tornata alla normalità. L’inchiesta sull’accaduto è stata archiviata dal gip del Tribunale di Trento, Enrico Borrelli, il 20 giugno scorso con la motivazione che il fatto non era prevedibile. In particolare nella perizia tecnica firmata da Carlo Baroni, dell’Università di Pisa e da Alberto Bellin, dell’Università di Trento, ed altri docenti e un ricercatore del CNR, si legge che il crollo “è stato causato dalle temperature elevate registrate a metà giugno”. Inoltre da uno strudio pubblicato sulla rivista “Geomophology” e ripreso anche negli highlights di “Nature”, effettuato da un team di ricercatori coordinati dal professor Aldino Bondesan, dell’Università degli studi di Padova, si legge che a causare il crollo furono “12mila metri cubi di acqua di fusione presenti nei crepacci”.
No alla chiusura delle montagne
“Il ricordo è un dovere nei confronti di una comunità che è stata colpita al cuore” ha poi osservato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che nel corso del suo intervento ha ricordato il grande lavoro compiuto dal sistema della Protezione civile del Trentino con il supporto delle realtà altoatesine e venete per mettere in salvo i feriti e recuperare chi ha perso la vita: “Si tratta di 127 operatori che intervennero sul ghiacciaio nel giorno dell’evento, con il supporto di altre 96 unità di supporto. Mette i brividi pensare che queste persone hanno rischiato la vita, mettendo al primo posto chi era stato coinvolto nell’emergenza. Oggi la Provincia è impegnata nei monitoraggi con sistemi avanzati per indagare la presenza di acqua liquida nel ghiacciaio, ma la montagna deve continuare ad essere vissuta. Le precauzioni sono necessarie, ma diciamo no alle ideologie: le precauzioni sono necessarie, ma allo stesso tempo le montagne non possono essere chiuse”.
Gli appuntamenti di commemorazione termineranno oggi con la benedizione di uno spazio nella natura dedicato alla meditazione e alla preghiera e la scopertura di una targa commemorativa.