Covid: i dati di oggi in Fvg

Oggi in Friuli Venezia Giulia su 5.677 tamponi molecolari sono stati rilevati 152 nuovi contagi con una percentuale di positività del 2,67%.
Sono inoltre 3.644 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 89 casi (2,44%).
I decessi registrati sono 15, più 2 afferenti al mese di gennaio; i ricoveri nelle terapie intensive sono 57 (+1) e 353 (+3) quelli in altri reparti.
I decessi complessivamente ammontano a 2.792, con la seguente suddivisione territoriale: 630 a Trieste, 1.392 a Udine, 587 a Pordenone e 183 a Gorizia.
I totalmente guariti sono 60.480, i clinicamente guariti 1.906, mentre quelle in isolamento oggi risultano essere 8.761.
Dall’inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia sono risultate positive complessivamente 74.349 persone con la seguente suddivisione territoriale: 14.487 a Trieste, 33.625 a Udine, 16.572 a Pordenone, 8.790 a Gorizia e 875 da fuori regione.
In Friuli Venezia Giulia il Covid sta lentamente rallentando, ma la guerra al virus è destinata a durare ancora a lungo. Anche a causa della variante inglese e delle altre mutazioni “che sono il problema del momento”.
È questa la considerazione generale che il vicegovernatore Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha trasmesso ai consiglieri della III Commissione con una lunga e dettagliata relazione sull’andamento dell’epidemia.
Riccardi ha utilizzato le tabelle per mettere in evidenza tutti i numeri-chiave.
Sono emersi ad esempio una significativa riduzione dei ricoveri e un lento calo dei contagi nei primi venti giorni di febbraio, con un andamento disomogeneo nelle quattro province: la curva è infatti in limitato rialzo nell’area di Udine.
Significativi anche i dati sulle fasce d’età, con il vaccino che riduce di molto i contagi tra gli over 85, per effetto delle vaccinazioni, e l’emergere di una fascia di rischio nella prima infanzia (3-5 anni).
“Al 22 febbraio – ha detto – abbiamo somministrato 93208 dosi di vaccino, con più di 35mila persone che hanno completato il ciclo e altre 23mila che hanno ricevuto la prima dose”.
Numeri confortanti quelli relativi alle adesioni, che hanno superato il 90 per cento tra gli operatori sanitari. Ora l’auspicio è, al netto dei problemi di fornitura di AstraZeneca, è di avere a disposizione il maggior numero possibile di dosi per procedere con personale scolastico (dalla classe 1956 in poi) e forze dell’Ordine.