Venezia

Covid e vacanze/Agli albergatori jesolani non piace l’idea del Pass

“Comunichiamo bene quello che si può fare, non quello che non si può fare.
Purtroppo si continuano a dare informazioni che finiscono per diventare un forte freno per chi vorrebbe fare vacanza”.
Così il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori e coordinatore Federalberghi Spiagge Venete, Alberto Maschio, alla notizia dell’istituzione del cosiddetto “certificato verde”, per le persone che vogliono venire in Italia.
Sull’istituzione stessa del “pass”, Maschio si dice critico.
“Il problema è più di comunicazione che di sostanza.
Per spostarsi serve essere vaccinati, oppure avere avuto il Covid-19 negli ultimi sei mesi o, ancora, avere effettuato un tampone nelle ultime 48 ore antecedenti il viaggio?
Bene, si dica semplicemente che serve questo.
L’idea del pass, dell’avere una sorta di passaporto, di via libera per andare in vacanza, rappresenta un ostacolo psicologico per i turisti.
Rischia di creare gli stessi danni del coprifuoco.
E’ come se lo scorso anno avessimo detto che gli hotel dovevano avere un certificato, un pass, per ricevere gli ospiti, invece di porre le regole nei protocolli.
Regole che, giusto ricordarlo, sono state rispettate e non ci sono stati casi di contagi per tutta l’estate.
Sembra quasi – conclude Maschio – che tutto ciò che è stato fatto lo scorso anno non sia servito a nulla, invece da avere rappresentato la base per ripartire in sicurezza.
E alloca, diciamo che semplicemente che la gente si può muovere tranquillamente a fronte del rispetto di quelle regole, che devono essere valide fin da subito per tutti i cittadini della comunità europea, invece di fare passare il messaggio che ci vuole un pass”.

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