Covid/Centri chiusi, Parchi commerciali aperti: scoppia la polemica
Se il concetto è evitare gli assembramenti, in effetti quanto accaduto nel fine settimana suona un po’ stonato.
Da una parte Centri Commerciali chiusi, dall’altra Parchi Commerciali aperti.
La differenza tra i due appare ai più alquanto minima: in entrambe i casi, a ben vedere, “concentrano” pubblico e rischi Covid.
Secondo l’interpretazione data alla disposizione nazionale, in Veneto i Centri Commerciali avevano le serrande abbassate, mentre Ikea, l’Outlet di Noventa e, per fare un esempio locale, il Parco Stella, erano aperti.
Una situazione inaccettabile secondo Roberto Caon, deputato di Forza Italia, che interviene sull’interpretazione data al DPCM dalla Regione Veneto che salva quanti abbiano spazi all’aperto di ingresso ai negozi.
“E’ una interpretazione che non va bene. Prima di tutto perché penalizza alcuni e oltretutto favorisce altri.
E’ ovvio – spiega Caon – che se una parte dei negozi sono chiusi, le persone si direzionano verso quelli aperti: per gli operatori dei centri commerciali oltre al danno c’è anche la beffa.
Secondo Caon, si tratta di una situazione a cui deve essere messo rimedio subito: i centri commerciali, continua, hanno investito molto per la sanificazione e per il rispetto delle regole previste. Nonostante questo, si vedono chiusi dal DPCM e con grande senso di responsabilità fanno questo sacrificio. Non possiamo però poi chiedere a loro di sopportare anche che i loro concorrenti possono lavorare.
Ma c’è anche di più – dice Roberto Caon – perché se ripetiamo ogni minuto che il problema sono gli assembramenti, come è possibile permettere che gli outlet o Ikea restino aperti?
Quindi credo che la Regione debba fare subito qualcosa per sistemare questa situazione, eliminando fonti di possibili rischi e anche di possibile concorrenza sleale.
Le disposizioni devono essere coerenti e univoche: in tempo di crisi la chiarezza deve essere totale”.