Treviso

Confartigianato Oderzo-Motta e gli effetti collaterali dell’Ecobonus 110%: il racconto di Antonio Tolotto, presidente termoidraulici Treviso

Tema caldissimo quello dell’Ecobonus, rivisto ora nel suo meccanismo dal governo con i provvedimenti di fine anno.
La Confartigianato Oderzo-Motta, sin da subito (maggio 2020) si è occupata di questa delicatissima normativa, aggiornando costantemente le proprie aziende associate impegnate nei numerosi cantieri e istruendo le pratiche.
Al 31 dicembre 2022 sono 35 i cantieri chiusi dalle imprese aderenti a Confartigianato Oderzo-Motta e hanno riguardato in particolare case singole, che hanno beneficiato di un vero efficientamento energetico.

Completare i cantieri è stato un percorso ad ostacoli accentuato dalla crisi delle materie prime, aumento esponenziale dei prezzi e la concorrenza da parte di nuove aziende che si sono tuffate nel business Ecobonus.
Sono numerosi i privati che hanno aderito all’efficientamento energetico, stuzzicati da offerte giunte attraverso il telemarketing e affascinati dalla possibilità della cessione del credito (ora bloccato).

Antonio Tolotto, Presidente Termoidraulici della provincia di Treviso, lancia una sorta di grido d’allarme verso chi ha eseguito i lavori affidandosi soprattutto ad aziende che si sono proposte con il telemarketing.
“Si è assistito ad una proliferazione di cantieri, magari mai inizianti, con privati lasciati con il cerino in mano”. Tolotto, riceve quotidianamente lamentele da parte dei colleghi manutentori che ereditano problemi per interventi effettuati sugli immobili che hanno aderito agli incentivi.

Antonio Tolotto

Questo accade perché molti cantieri si sono chiusi nel corso degli ultimi mesi del 2022 e i manutentori termoidraulici sono chiamati per sottoscrivere le garanzie sui nuovi impianti.
In “soldoni” 5 impianti su 10 provenienti dal marketing spinto presentano problemi, racconta ancora, Tolotto.
“I nostri tecnici quando si recano presso le abitazioni che hanno eseguito l’efficientamento energetico, si trovano spesso di fronte ad impianti fatiscenti.
Impianti non realizzati a regola d’arte o funzionano con costi energetici superiori.

Sono gli effetti occulti della corsa a chiudere i cantieri per rispettare le scadenze di legge.
“Confrontandoci con la categoria, si scopre che chi ha eseguito i lavori di installazione caldaie, impianti fotovoltaici, e così via, al termine del montaggio, scaricano il collaudo al centro assistenza di zona”, sottolinea Tolotto che aggiunge: “in queste settimane i casi si moltiplicano, emergono in particolare problemi sul funzionamento delle pompe di calore. Il rischio ricade sul collaudatore che nulla può se l’impianto non funziona. L’inconveniente dev’essere risolto dall’installatore ma c’è il rischio di non trovare più la ditta”.

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