Venezia

Condannato a 7 mesi il 61enne sandonatese che causò l’incidente che costò la vita a Diego Gobbo

Ieri, mercoledì 16 giugno, al termine dell’udienza preliminare avanti al Gup del Tribunale di Venezia, dott. David Calabria, ha patteggiato la pena di sette mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, M. C., l’oggi sessantunenne di San Donà di Piave condannato per aver provocato con una sciagurata inversione a “U” il tragico sinistro di cui morì a soli 53 anni, Diego Gobbo, noto pescivendolo di San Stino di Livenza.
All’imputato è stata comminata anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per due anni.

L’incidente accade il 18 ottobre 2019, poco dopo le 19.30, in via Pra’ di Levada, tratto della Strada Provinciale 57, nel territorio comunale di Ceggia.
Le drammatiche fasi dello scontro sono state ricostruite nella perizia cinematica dell’ing. Maurizio De Valentini, il consulente tecnico d’ufficio incaricato di accertare la dinamica, le cause e le responsabilità dell’incidente dal Pubblico Ministero della Procura di Venezia, dott. Roberto Terzo, il titolare del procedimento penale per il reato di omicidio stradale aperto all’indomani del dramma a carico di M. C.: alle operazioni peritali ha partecipato, come consulente tecnico di parte, anche l’ing. Pierluigi Zamuner, messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., per i congiunti di Gobbo, in collaborazione con l’Avv. Andrea Piccoli del Foro di Treviso.

L’indagato, alla guida di una Hyundai Tucson, “dopo aver effettuato l’inversione di marcia nello spiazzo antistante il civico 656, situato sul lato sinistro, si reinseriva in carreggiata con manovra in retromarcia che lo portava dapprima a impegnare la corsia opposta dalla quale, ripreso il movimento, si immetteva diagonalmente nella corsia di marcia in direzione Torre di Mosto, nonostante nella stessa corsia stesse sopraggiungendo la Renault Scenic condotta da Gobbo, ed entrando quindi in collisione con quest’ultima” come scrive il dott. Terzo, sulla scorta della perizia tecnica, nella sua richiesta di rinvio a giudizio per l’imputato formulata al termine delle indagini preliminari e riscontrata dal Gup con la fissazione dell’udienza di ieri.

Il resto, purtroppo, è tristemente noto: in seguito al violento impatto la vettura della vittima fu scagliata fuori strada, finendo rovesciata nel fossato laterale.
Gobbo fu estratto ancora cosciente dall’abitacolo, ma spirò poco dopo all’ospedale di San Donà dov’era stato trasportato, in seguito ai gravi politraumi riportati.

La moglie Faustina, i tre figli, gli anziani genitori e le due sorelle di Diego Gobbo, che abitava con la sua famiglia nella frazione di Biverone e che era molto conosciuto e ben voluto da tutti a San Stino di Livenza, anche per il suo lavoro di pescivendolo, attraverso Studio3A sono già stati risarciti per la terribile perdita subita, ma adesso hanno quanto meno ottenuto anche un segnale dalla giustizia penale che consente loro di chiudere il doloroso capitolo processuale di questa vicenda, pur nella consapevolezza che nessuna pena sarebbe mai stata commisurata alla perdita patita e che niente e nessuno potranno mai riportare indietro il loro caro.

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