Treviso

Chiarano: si aggrava la posizione del 37enne kosovaro sospettato di aver sparato al cugino a Fossalta Maggiore

Dai Carabinieri del RIS di Parma arriva una svolta nelle indagini svolte dal Nucleo Investigativo di Treviso sul tentato omicidio consumato lo scorso 7 marzo a Fossalta Maggiore di Chiarano ai danni del 37enne kosovaro Kikiqui Hajdin raggiunto da due colpi di pistola, sparati da due sconosciuti in sella ad uno scooter, mentre stava andando al lavoro.

Secondo il referto del RIS di Parma, ai quali erano stati affidati gli accertamenti su incarico del P.M., sul giubbotto sequestrato lo scorso 8 maggio a Salgareda in casa del 33enne connazionale e cugino della vittima, sono state esaltate tracce di polvere da sparo chimicamente compatibile con quella trovata sui bossoli repertati sulla scena del crimine.

Il risultato conseguito grazie al metodo tecnico-scientifico consentirà, quindi agli inquirenti di aggiungere un tassello fondamentale all’accertamento della verità su quanto accaduto.

Era stata la stessa vittima ad indirizzare gli inquirenti su chi avesse tramato l’agguato ed aveva indicato il cugino come autore materiale, che è stato arrestato 2 mesi dopo il fatto.
Il 33 kosovaro, indiziano del tentato omicidio, era già destinatario di un ordine di carcerazione per cumulo pena per spaccio e detenzione illegale di arma da fuoco.
Per quei fatti era stato condannato ed espulso dall’Italia. Era stato poi condannato di nuovo per aver violato il divieto.
La convinzione che il 33enne kosovaro sia rientrato in Italia all’inizio di marzo per un regolamento di conti con il parente. Tra i due c’era una accesa rivalità.

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