
Cessalto/Due arresti per caporalato nei campi
Ha portato a due misure cautelari in carcere, ieri, l’inchiesta dei Carabinieri del Gruppo Tutela del Lavoro di Venezia con il supporto dei colleghi del Comando provinciale di Treviso, su due stranieri accusati di caporalato nei confronti di decine di loro connazionali.
A finire in carcere, due pakistani scoperti durante controlli dei militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Treviso in aziende agricole delle province di Treviso, Pordenone e Udine.
Le indagini, coordinate dalla dott.ssa Anna Andreatta, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Treviso, hanno portato a svelare una impresa operante nel settore agricolo, con sede legale a Cessalto, che reclutava cittadini pachistani da impiegare come manodopera per lavorare presso aziende del territorio, in regime di sfruttamento.
Uno fungeva da reclutatore e si occupava del trasporto dei braccianti, l’altro, titolare dell’azienda, li piazzava nelle attività agricole.
Lo sfruttamento è evidente: ai braccianti veniva riconosciuto un compenso orario equivalente a meno della metà di quello previsto dalla legge.
I due pretendevano anche da ogni lavoratore il pagamento di 100 euro per un posto letto all’interno di case in pessimo stato ed altri 50 euro/mese per un pranzo alquanto povero, per poi impiegarli in lavori agricoli senza fornire loro i previsti dispositivi di protezione, o alcuna forma di prevenzione alla diffusione della pandemia da covid-19.
Fatiscenti le case dove venivano alloggiati: prive di riscaldamento con presenza di muffe, finestre ed infissi danneggiati e servizi igienici del tutto inadeguati.
I braccianti venivano svegliati alle prime luci dell’alba e accompagnati nelle aziende agricole dove prestavano la propria opera, sotto stretta sorveglianza, fino a tarda sera.