Centinaia di clandestini giunti in Italia con documenti falsi a bordo di voli di linea da Malta. GdF Treviso, arresta trafficante

E’ stata denominata “Malta’s Passeur” l’operazione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso che ha ricostruito come tre guineani avevano ideato un sistema con il quale riuscivano a far imbarcare gli immigrati africani a bordo di voli aerei, con destinazione gli aeroporti di Treviso, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Bari, Torino, Orio al Serio, Napoli, Perugia, oltre che a bordo di traghetti diretti a Catania.
La tariffa fissata per ciascun ingresso irregolare variava tra i 450 e i 700 euro a clandestino.
Le investigazioni che hanno portato all’arresto del trafficante, ricordiamo, avevano preso avvio nel dicembre 2019, quando, presso l’aeroporto “Antonio Canova” di Treviso, furono fermati due clandestini africani, provenienti da Malta, che avevano entrambi lo stesso passaporto contraffatto.
Il trafficante di essere umani, insieme ai due connazionali, era già stato destinatario, nell’ottobre 2021, di un provvedimento cautelare.
L’indagato, in realtà, subito dopo la notifica dell’ordinanza, si era allontanato dal suo domicilio in provincia di Napoli, rifugiandosi all’estero.
Nelle scorse settimane, lo straniero si è presentato al Commissariato Anzio-Nettuno per la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno: è stato qui che gli agenti della Polizia lo hanno arrestato ed è poi stato trasferito, presso il carcere di Treviso, dove, nel frattempo, è giunto dalla Francia l’altro connazionale, arrestato nel novembre 2022 a Orleans, a seguito di un mandato d’arresto europeo disposto dal Tribunale di Treviso.
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Grazie alle intercettazioni telefoniche, all’analisi delle liste passeggeri e delle prenotazioni di volo, all’esame dei conti correnti bancari degli indagati, era stato ricostruito il collaudato sistema illecito, ideato dai tre guineani per introdurre clandestinamente in Italia decine di immigrati africani, utilizzando sistematicamente Malta come scalo.
Il quadro investigativo emerso si è rivelato ben più grave grazie ai documenti sequestrati al ricercato in provincia di Napoli, trovato in possesso di svariati documenti d’identità e passaporti. Proprio l’esame di tali documenti, insieme all’analisi del contenuto delle chat rinvenute sul telefono cellulare, ha permesso di ricostruire un numero ben più alto di clandestini introdotti in Italia, altre duecento persone circa.