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Cattive abitudini/Anche la Slovenia se la prende con l’Egitto

Ieri, 25 gennaio, in tutta Italia si è ricordato il quinto anniversario della scomparsa al Cairo del ricercatore friulano Giulio Regeni.

Sempre in questi giorni, l’Egitto è chiamato ad ospitare i mondiali di Pallamano.

A sorpresa, è riuscito ad approdare ai quarti di finale, insieme alla Svezia, (rispettivamente seconda e prima classificata), grazie al punto conquistato nell’ultimo e decisivo incontro con la Slovenia, quarta agli ultimi Europei.

L’approdo alla fase ad eliminazione diretta dei padroni di casa è però duramente contestato proprio dagli sloveni che si sono dichiarati fortemente amareggiati dall’organizzazione del Campionato del Mondo IHG 2021.

Il perché è presto detto: la Federazione slovena di pallamano ha diramato un comunicato stampa in cui accusa l’Egitto di aver “avvelenato” i giocatori sloveni per poterli battere sul campo.

Ecco un estratto di quella nota.
“…Descriviamo una situazione mai vista prima.
Ben dodici (!) Giocatori della nostra nazionale sono stati avvelenati dal cibo nelle 24 ore precedenti la nostra ultima partita contro l’Egitto.
Ebbene, non era un “virus”.
I ragazzi hanno gridato di dolore, vomitato e sono corsi in bagno come se le loro vite fossero in gioco. Durante la notte problemi li hanno manifestati Staš Skube e Dragan Gajić, poco prima della partita, il nostro giocatore più grande e forte Blaž Blagotinšek è crollato nello spogliatoio per il dolore ed è stato trasportato in albergo.
Ben nove ragazzi, pur non sentendosi bene, hanno deciso di scendere lo stesso in campo…”
“…Tuttavia, quando siamo tornati in hotel dopo la partita per le condizioni dei nostri giocatori esausti e malati, abbiamo registrato ufficialmente tutto ciò che è accaduto al servizio medico ufficiale del campionato…


Vedremo se la protesta slovena avrà una qualche conseguenza alla Federazione Internazionale, di certo non sembra che gli egiziani siano riusciti a scrivere una bella pagina di sport. Certo, si tratta di accuse che andranno provate e la cosa (il caso Regeni insegna) non sarà facile, in Egitto.

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