Pordenone

Basket/Se n’è andato “Dado” Lombardi, allenatore della Pallacanestro Pordenone degli anni ’70

Se n’è andato Gianfranco “Dado” Lombardi, spentosi ieri per malattia all’età di 79 anni, nel varesotto, il buen ritiro che si era scelto, lui, livornese di nascita e vagabondo per il mestiere che aveva condotto con successo per tutta una vita: la palla a spicchi.

Era stato uno dei giocatori italiani di basket più forti degli anni ’60, aveva vestito maglie importanti come quella della nazionale e di Bologna ed oggi il suo nome è a buon diritto tra quelli della Hall of fame cestistica italiana.

E’ senza dubbio stato un “Gigante”, una di quelle persone che non si dimenticano facilmente e non solo per la mole (era alto 1.94, non tantissimo per il basket), quanto per le sue indiscutibili capacità cestistiche prima e come allenatore poi.

Gianfranco “Dado” Lombardi ha lasciato un segno ovunque sia passato, anche a Pordenone, dove questo omone corpulento dai modi spicci e dalle urlate proverbiali ha saputo portare l’allora Pallacanestro Pordenone fino ad un passo dalla promozione in Serie A2 (che arriverà l’anno dopo): gli amanti del basket ricorderanno di certo quell’annata.

Era la stagione ’75-’76 e Pordenone non partiva certo come favorita per il grande salto dalla cadetteria alla A. Lombardi sfiorò il colpaccio portando i suoi ragazzi fino all’ultima sfida del grande sogno: il Fernet Tonic, corazzata bolognese costruita per tornare in fretta ai vertici del basket nazionale. La foto che pubblichiamo ce lo mostra proprio in quell’anno (il primo alla destra di chi guarda, in piedi).

E pensare che di quella gloriosa annata pordenonese sulla pagina di Wikipedia dedicata a “Dado” non v’è neppure traccia… peccato.

Lo ricorda con noi Tiziano Barbisin, autore del libro “Quintetto base” dedicato al movimento cestistico di Torre, quartiere che regalò alla Pallacanestro Pordenone Vito Malacart, lanciato proprio da Dado, “Uno attento ai più giovani” ricorda Barbisin che cita ad esempio anche il grande Domenico Fantin, uno che qualche anno dopo farà sognare i pordenonesi amanti della pallacanestro.

Tanto vicino ai giovani da seguire gli allenamenti anche di quelli delle altre società. Barbisin, che ai tempi militava nelle fila della Casaviva, lo ricorda in due episodi che raccontano di un uomo esternamente burbero (quando urlava alla squadra negli spogliatoi lo si sentiva fin sugli spalti), ma anche paterno.

In allenamento con un evidente dolore alla gamba, postumo della partita del giorno prima, fu proprio Lombardi a convincere Barbisin a recarsi dal dottore e non correre rischi inutili. Dado c’era anche quella sera del 6 maggio del ’76 che tutti ricordano per un altro evento che ha segnato la nostra terra. All’arrivo del terremoto, fu il primo a capire ciò che stava accadendo e a spingere tutti a lasciare in fretta il Palazzetto dello Sport.

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