Curiosità

Banglavenice/Il documentario che racconta la comunità bangladese di Venezia

Una campagna di crowdfunding per completare la post-produzione di Banglavenice, un documentario di osservazione realizzato da Emanuele Confortin tra il 2020 e il 2021 a
Venezia, Mestre e Marghera.
Il tema centrale del lavoro è la convivenza con l’acqua nella città lagunare resa intrecciando le storie di veneziani al vissuto dei migranti del Bangladesh.
Due mondi lontani ma accomunati in modo indissolubile dall’acqua, elemento il cui ritorno ciclico determina il ritmo dell’opera, come una marea.

Lo spunto iniziale è del 2017, risale a una conversazione che il regista ha avuto con Shaul Bassi, veneziano e docente all’Università Ca’ Foscari Venezia.
È stato Bassi a porre l’attenzione sulla presenza in città di una nutrita comunità bangladese, proveniente da un Paese dove la convivenza con l’acqua è particolarmente complessa.

L’inesorabile diaspora dei cittadini bangladesi è dovuta anche all’impatto del riscaldamento globale – non a caso il Bangladesh è considerato la linea del fronte del cambiamento climatico in Asia – inducendo migliaia di persone a partire.
Questi uomini, donne e bambini sono in gran parte migranti climatici, e in molti arrivano a Venezia quasi fossero richiamati da una famigliarità ambientale, dal magnetismo dell’acqua.

L’immagine poetica di un magnetismo in grado di attrarre migliaia di bangladesi in laguna sembra trovare una conferma nei numeri. I dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) spiegano che nel 2021, dalle coste libiche sono giunti in Italia (e a Malta) 32.400 rifugiati.
Tra questi la nazionalità più numerosa era composta da cittadini del Bangladesh (7.355), seguiti da egiziani ed eritrei.

Gran parte dei bangladesi in arrivo sceglie l’Italia come destinazione finale, e Venezia è tra le città preferite.
Sono solo Ancona, Palermo e Venezia i capoluoghi di regione a contare tra i propri migranti internazionali una maggioranza bangladese, tra questi la comunità veneziana è la più numerosa.

IL CROWDFUNDING

“Banglavenice è un progetto significativo, estetico, necessario e alla portata, realizzabile e da realizzare”.
Con queste premesse, il team che ha lavorato a Banglavenice ha lanciato una campagna di crowdfunding.
Uno strumento quantomai attuale cui spesso si ricorre per finanziare inchieste giornalistiche, progetti artistici o documentari.
La lavorazione e la definizione della trama narrativa di Banglavenice sono ormai concluse, ma resta il passaggio in studio per l’armonizzazione del lavoro, vale a dire la post produzione video (color correction, stabilizzazione immagini), l’editing audio e il sound design. Ci sono poi le traduzioni in italiano e in inglese. In quanto all’impatto, in vista della pubblicazione del lavoro sarà necessario curare la distribuzione e la divulgazione dei contenuti creando un sito web dedicato, pagine social e soprattutto iscrivendo il lavoro a diversi festival in Italia e all’estero.

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