Autoriparatori in crisi: in calo chilometri percorsi in auto dai trevigiani, causa lockdown e restrizioni

Anche in provincia di Treviso gli effetti della pandemia da COVID-19 si stanno facendo pesantemente sentire nel settore dell’autoriparazione, con meccatronici e carrozzieri costretti a far fronte ad una riduzione del lavoro che in molti casi arriva anche al 40%.
Confartigianato Imprese Marca Trevigiana stima che il lockdown e lo smart working abbiano determinato in un anno, nella Marca, un calo degli spostamenti su autovettura pari a oltre 2 miliardi di chilometri.
“Se questa situazione da un lato ha consentito una riduzione delle immissioni in atmosfera, i divieti di spostamento, le limitazioni alla mobilità e il lavoro da casa hanno fatto calare repentinamente la necessità di interventi di manutenzione e riparazione del parco veicolare e conseguente il lavoro per le nostre autofficine – spiega Gianluigi Buosi, presidente della comunità meccatronici di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana-
Un calo logico visto che meno si usano le vetture meno le stesse si usurano, ma tutto ciò ha causato un pesantissimo contraccolpo economico.
Un tracollo che coinvolge circa 900 officine e oltre 3000 addetti tra meccanici, meccatronici e gommisti”.
“La situazione delle 300 carrozzerie attive in Provincia – sottolinea Antonio Danesin, presidente del gruppo autoriparazione e della comunità Carrozzieri dell’Associazione – è ancora più grave rispetto a quella delle autofficine.
La diminuzione del traffico sulle strade se da un lato ha migliorato per gli automobilisti le condizioni di sicurezza stradale, dall’altro ha determinato un ulteriore calo dei sinistri e quindi di vetture da riparare.
Per far fronte a questa situazione Confartigianato ha avviato un confronto con il Ministero dei Trasporti su alcune proposte che rappresentano un aiuto al miglioramento dell’impatto ambientale delle auto, un incentivo per gli automobilisti e un importante aiuto per la categoria.