Ats/Gli Ambientalisti consegnano le 5 mila firme raccolte contro la Cava Morganella

“Alto Trevigiano Servizi ha intenzione di garantire la massima trasparenza nel controllo e nel monitoraggio della qualità della risorsa idrica, nella consapevolezza e condivisione della sua importanza per la salute dei cittadini e la salvaguardia delle falde”.
Queste le parole del Presidente di Ats, Fabio Vettori, che oggi, insieme all’Amministrazione delegato della Società, Pierpaolo Florian, e al Direttore generale, Roberto Durigon, ha accolto le associazioni ambientaliste promotrici della raccolta firme per fermare le escavazioni alla cava Morganella.
Controllo e monitoraggio delle acque sono e saranno sempre garantiti grazie alla collaborazione di Ats con tutti gli enti preposti a questo scopo come le amministrazioni comunali, Ulss e Arpav.
Fondamentale a tale fine anche l’avvio del lavoro per la predisposizione dei Piani di Sicurezza dell’Acqua sull’intero bacino territoriale dei 52 comuni soci.
“L’impegno ad assicurare la cura e il monitoraggio dei pozzi e delle sorgenti da noi gestite ai fini idropotabili è sancito nella nostra Carta del Servizio idrico integrato”, ribadiscono Vettori e Florian.
L’incontro, avvenuto oggi nella sede centrale di Ats di via Schiavonesca Priula a Montebelluna, è stata un’occasione per un confronto diretto, definito da Ats positivo e costruttivo, con le associazioni preoccupate per le operazioni di escavazione della cava Morganella.
La petizione con le 5 mila firme raccolte, firmata da sette associazioni, è stata consegnata da una rappresentanza composta da Fausto Pozzobon (Legambiente Piavenire), Barbara Santoro (Paeseambiente), Fiorenza Morao (Iams e Salviamo il Paesaggio) e Tommaso Valdesolo (XR-Extinction Rebellion Treviso).
Cinque mila firme al grido di “Difendiamo l’acqua potabile, no al progetto di scavo di ghiaia sotto falda ed immediata individuazione dei materiali nel fondo di cava Morganella”. La petizione chiede ad ATS di impugnare al Tar il decreto regionale che autorizza gli scavi di ghiaia sotto falda fino a 60 metri di profondità a cava Morganella, tra Paese e Ponzano Veneto.
Ats aveva già provveduto nei mesi scorsi a rassicurare quanti, via posta elettronica, avevano contattato l’azienda per chiedere garanzie sul controllo della qualità dell’acqua, ribadendo la sensibilità dell’azienda alle potenziali problematiche sottese alla vicenda che ha interessato l’opinione pubblica e informando loro di aver provveduto a inoltrare richiesta di accesso agli atti per visionare i documenti riferiti al procedimento autorizzatorio all’escavazione.
Documenti necessari agli uffici tecnici di Ats per uno studio obiettivo della questione, fermo restando che, a prescindere, l’azienda continuerà con il controllo previsto per i propri pozzi e si interfaccerà con i soggetti preposti al piano di monitoraggio richiesto dalle amministrazioni comunali.
“La trasparenza nei confronti degli utenti sarà sempre garantita – hanno ribadito il Presidente, Fabio Vettori, e l’amministratore delegato di Ats, Pierpaolo Florian – Ogni decisione in merito alla questione Morganella sarà resa nota all’opinione pubblica, nella consapevolezza che l’acqua è un bene comune di tutti e che Ats appartiene ai Comuni e, quindi, ai cittadini”.
Ats ad oggi gestisce circa 5 mila chilometri di rete acquedottistica, alimentata da 210 fonti (fra pozzi e sorgenti), per un totale di residenti serviti di 500 mila abitanti.
Per garantire la potabilità dell’acqua vengono svolti i necessari trattamenti attraverso 70 impianti di disinfezione, costantemente monitorati con sistema di telecontrollo.
La qualità della risorsa idrica è monitorata, grazie alle analisi effettuate dai laboratori.
I controlli hanno una frequenza di 3 volte alla settimana, con un numero di campioni analizzati superiore rispetto ai minimi di legge. Nel 2020 sono stati analizzati più di 1600 campioni.
Un monitoraggio che vede ogni anno un livello cospicuo di risorse economiche investite da parte di Ats.
A questo sistema si aggiungeranno nei prossimi anni anche i Piani di Sicurezza dell’acqua.
Ats fa anche sapere che sta lavorando a pieno regime per la loro predisposizione, che permetterà un approccio del tutto innovativo al controllo della qualità della risorsa idrica.
Parola d’ordine dei Psa è infatti prevenzione.
I Piani, suddivisi per zone idriche omogenee dell’intero territorio servito da Ats, consentiranno di gestire un problema di eventuale inquinamento idrico prima che si manifesti all’utenza.
Per ogni Psa verranno creati dei gruppi multidisciplinari di lavoro che comprendono personale interno ad Ats, le Ulss (in particolare il Sian, il Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione), l’Arpav, eventuali stakeholder e i comuni interessati.
In programma incontri tramite piattaforme online che prenderanno il via già a partire da questa estate.