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Archeologia: un possente edificio in legno emerge dagli scavi dalla villa romana a Lio Piccolo

Un altro segmento dell’antica storia lagunare, emerge dalle monumentali strutture in legno di un edificio collegato ad una filiera produttiva, probabilmente un antico magazzino per il sale, di epoca romana.
Si tratta di una delle pertinenze rustiche della cosiddetta villa marittima di Lio Piccolo.

L’edificio aveva una particolarissima configurazione: in una fossa di fondazione larga 1,5 m e profonda altrettanto, gli antichi romani hanno depositato a coppie lunghe e possenti travi di legno, spesse 25/30 cm. Sopra di esse erano appoggiati, senza chiodi o cavicchi, numerosi robusti tronchi di quercia, ancora incredibilmente conservati (corteccia compresa), con un diametro di 60/70 cm.
L’ipotesi di lavoro è che questo edificio possa essere una delle strutture delle antiche saline romane presso la costa, usato magari proprio per conservare il sale appena prodotto nelle vicine aree di salinazione, presso l’attuale isola delle “Saline”.

Le analisi stratigrafiche, condotte al di sotto dei livelli medi di marea grazie all’impiego di pompe in un grande cantiere appositamente pensato per poter scavare scientificamente all’asciutto al di sotto delle acque e delle barene, descrivono un edificio con una probabile forma a “c” che si sviluppava intorno ad un cortile interno, occupato da una vasca per il filtraggio delle acque, ovvero un pozzo alla veneziana.
Un’ampia vasca foderata in argilla, riempita con sabbia pulitissima proveniente da dune costiere che, come i pozzi della Venezia medievale, serviva a filtrare l’acqua piovana dei tetti dell’edificio per renderla potabile.
L’edificio in legno era sicuramente il luogo di lavoro degli schiavi che si muovevano intorno alla villa.

L’elemento di novità dello scavo del 2022, che prosegue il progetto inaugurato lo scorso anno in collaborazione con il finanziamento del Comune di Cavallino-Treporti e l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, risiede nel fatto che si è riusciti a documentare un lungo periodo di occupazione del sito, che va dal I secolo d.C. al VI secolo d.C..

La fotografia proposta è quella di una laguna stabilmente sfruttata in antichità, soprattutto presso gli spazi acquei di comunicazione tra il porto dell’antica città di Altino e la sua costa, ovvero lungo i canali di marea che connettevano il porto con il mare.

Dallo scavo emergono numerose le tessere musive e i frammenti di intonaco che decoravano un edificio antico presente nella stessa area, databile proprio al I secolo d.C..

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