Andrà a processo la giovane che ha investito e ucciso Padre Cavaliere
A conclusione delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero della Procura di Padova, dott.ssa Valeria Spinosa, titolare del procedimento penale per la tragica morte di Padre Ilario Cavaliere, ha chiesto il rinvio a giudizio per la giovane padovana di 23 anni che il 9 dicembre 2020 ha investito nella Città del Santo l’anziano sacerdote causandone il decesso, avvenuto l’indomani, 10 dicembre, all’ospedale cittadino, in seguito ai gravi politraumi riportati.
Il Gip patavino dott.ssa Maria Luisa Materia ha fissato l’udienza preliminare del processo per il 14 marzo 2022, alle 9.15, al Tribunale di via Tommaseo.
La tragedia aveva destato vasta eco anche perché il religioso, che aveva 87 anni, era molto conosciuto e ben voluto, non solo in Italia ma anche in Sud America. Originario di Castelgomberto, nel Vicentino, Padre Ilario era cresciuto nel Biellese, a Vergnasco di Cerrione, dove si era presto trasferita la sua famiglia, dove risiedono tuttora i suoi parenti e dove tornava periodicamente dalle sue missioni. Aveva studiato nel seminario di Albino (Bergamo) e poi perfezionato i suoi studi di teologia in Liguria emettendo la sua prima professione, come diacono, nel 1953, a vent’anni.
Nel 1964 la congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, di cui faceva parte, meglio conosciuta come quella dei Padri Dehoniani, accogliendo la sua grande vocazione, quella di servire i poveri, lo inviò in missione in Argentina, Paese dov prestò il suo servizio per mezzo secolo, a Buenos Aires, Malagueno, nelle province di Cordoba e del Chaco, tra la foresta tropicale, e dove nel 1980 prese anche i voti venendo ordinato sacerdote.
Nel 2015 si era ritirato ed era ospite nella Scuola missionaria del Sacro Cuore di Padova, la sede locale della comunità dei dehoniani.
Pur essendo in pensione, godendo di buona salute nonostante l’età avanzata, era ancora molto attivo e anche il 9 dicembre dello scorso anno, come faceva abitualmente, e più volte al giorno, si stava recando dalla sua residenza nella vicina chiesa della parrocchia del Santissimo Crocifisso dove aiutava il parroco nelle varie mansioni.
Ed è appunto mentre attraversava la strada in via Bembo, all’altezza del civico 65, come aveva fatto migliaia di volte negli ultimi cinque anni, che il missionario è stato investito da una Toyota Aygo condotta da F. S., 23 anni, di Padova.
La dott.ssa Spinosa ha subito aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale a carico dell’automobilista disponendo l’autopsia sulla salma, affidata al medico legale dott. Antonello Cirnelli, il quale ha stabilito che il decesso era stato indubitabilmente dovuto alle gravi lesioni da “politrauma della strada” (il religioso in seguito all’investimento aveva riportato un trauma cranico e un trauma toracico, addominale e pelvico, con fratture costali multiple e del bacino ed emorragie interne), nonché una perizia cinematica per ricostruire le cause e le responsabilità del sinistro, conferendo l’incarico all’ing. Gianfranco Pellizzaro: alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ing. Pierluigi Zamuner come consulente di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A. a cui i parenti della vittima si sono affidati per essere assistiti.
Il sacerdote ha lasciato tre sorelle e diversi nipoti che, attraverso Studio3A, sono già stati risarciti dalla compagnia di assicurazione della automobilista.
Ora, a conclusione anche dell’inchiesta penale, dunque, il Pm ha chiesto il processo per l’indagata perché, per citare la richiesta, “con colpa consistita nella violazione degli arti 140 comma 1 e 141 comma 2 del Codice della Strada, e nel non accorgersi del pedone che attraversava la carreggiata, lo investiva con la parte anteriore sinistra dell’autovettura, così da cagionarne il decesso per le lesioni consistite in politrauma della strada“. Con conseguente fissazione al 14 marzo 2022 dell’udienza preliminare.