
Andrà a processo il 75enne di Salgareda che nel settembre 2018 tamponò un’auto uccidendo due militari
Inizierà il 12 gennaio 2022, in Tribunale a Venezia, il processo per il terribile incidente avvenuto in autostrada che costò la vita al caporal maggiore capo Rocco Rilievi e al sergente maggiore Valerio Canzio.
Di quel sinistro, successo ormai più di tre anni fa, e in cui è rimasto gravemente ferito anche un loro commilitone, dovrà rispondere un oggi 75enne di Salgardeda, V. C., che, con il suo autocarro,a tamponò l’auto su cui viaggiavano i tre militari e al quale viene contestata la responsabilità esclusiva dello schianto.
Il dramma si consumò alle 11.10 del 3 settembre 2018, lungo l’Autostrada A4, nel territorio comunale di Meolo, in provincia di Venezia.
Rilievi e Canzio si stavano recando per motivi di lavoro a Casarsa della Delizia, nel pordenonese, a bordo di una Fiat Panda dell’Esercito Italiano condotta da P. M., 36 anni, di Assemini (Cagliari): tutti appartenevano al 66. Reggimento di fanteria aeromobile “Trieste” con base a Forlì.

Rilievi, che aveva appena quarant’anni, originario di Bitonto, nella provincia di Bari, dove abitano tuttora (precisamente a Giovinazzo) la mamma e la sorella, e che risiedeva a Caivano (Napoli) con la moglie e il figlioletto di (oggi) solo sei anni, prestava servizio a Forlì da ben 18 anni, da 10 invece Canzio, che aveva 39 anni ed era originario del Messinese, di Barcellona Pozzo di Gotto.
I tre procedevano sulla “Serenissima” con direzione Milano-Trieste, nella corsia centrale, quando, in prossimità del casello di Meolo-Roncade, complice un rallentamento della vettura, V. C., che sopraggiungeva alla guida di un autocarro Mercedes Jumper, li tamponò con violenza, alla velocità stimata di 110 km/h.
Un urto devastante: la piccola utilitaria dell’Esercito fu proiettata quasi 50 metri più avanti e finì schiacciata contro il new jersey centrale di cemento armato, dallo stesso furgone che, dopo varie piroette, si inclinò su un fianco.
Purtroppo, per Canzio e Rilievi non ci fu nulla da fare, mentre il conducente della Panda, elitrasportato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, si è miracolosamente salvato, ma ha riportato lesioni pesantissime.
La tragedia all’epoca aveva destato profonda commozione e avevano espresso il loro cordoglio e la loro vicinanza alle famiglie delle vittime le massime autorità militari: il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, nonché l’allora Ministro della Difesa, on. Elisabetta Trenta.
Il Pubblico Ministero della Procura di Venezia, dott.ssa Elisabetta Spigarelli, aprì un procedimento penale per i reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali gravi, iscrivendo nel registro degli indagati il conducente del Jumper e affidando una perizia cinematica per ricostruire dinamica, cause e responsabilità del drammatico schianto.
I familiari di Rilievi decisero di farsi assistere dallo Studio3A-Valore S.p.A.
Sono già stati tutti risarciti da tempo, ma si aspettano ovviamente una risposta anche dalla giustizia penale, pur nella consapevolezza che nessuna pena sarà mai commisurata alla perdita subita.
Il consulente tecnico incaricato, l’ing. Mario Piacenti, ha concluso il suo lavoro individuando quale unica causa del sinistro il comportamento dell’indagato, “il quale, marciando alla velocità di 110 km/h in ambito autostradale, non si avvedeva della vettura Fiat Panda che lo precedeva nella marcia finendo per tamponarla violentemente”, e non riscontrando “elementi di censura” nei confronti del conducente dell’utilitaria.
Di qui, dunque, al termine delle indagini preliminari, la richiesta di rinvio a giudizio da parte del Sostituto Procuratore, datata 4 giugno 2020, nei confronti di V. C., perché, per citare l’atto, “con negligenza, imprudenza, imperizia e in violazione degli artt. 141 c. II e 149 del Codice della Strada, omettendo di tenere, rispetto alla Fiat Panda che lo precedeva, una distanza tale da garantire l’arresto tempestivo e l’assenza di collisioni, nonché di conservare il controllo del suo veicolo, tamponava la vettura, causando la morte dei due passeggeri e lesioni gravi al conducente”.
Richiesta riscontrata dal Gup Andrea Battistuzzi con la fissazione dell’udienza preliminare, inizialmente per il 19 aprile 2021 e con successivo rinvio appunto ad oggi, lunedì 11 ottobre, al termine della quale l’imputato è stato rinviato a giudizio: non ha chiesto alcun rito alternativo.
Dovrà comparire per la cosiddetta prima “udienza filtro” del processo il 12 gennaio 2022, dalle ore 9, avanti il giudice Sonia Bello.