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Legambiente su Autostrada del Mare, Meolo – Jesolo

L’Autostrada del Mare tra Meolo e Jesolo, è ritornata al centro del dibattito politico dei territori interessati, che abbracciano l’intero asse stradale della Treviso – Mare.
Il confronto, caratterizzato da ricorsi e controricorsi al TAR, mette in luce due fatti cruciali: la mancanza di un progetto condiviso con le Amministrazioni e i Cittadini, e l’inadeguatezza del progetto stesso, vetusto nell’idea progettuale e basato su dati di traffico non aggiornati.

In questo contesto di tensioni, Legambiente Veneto accoglie con favore l’iniziativa intrapresa dal comune di Silea, che ha convocato un confronto tra tutti gli amministratori dei comuni coinvolti. Questo incontro costituisce una prima opportunità significativa di dialogo.

Legambiente ritiene fondamentale estendere questo dialogo a tutti, adottando la procedura del “Dibattito Pubblico” per affrontare la questione dei flussi turistici “pendolari” e ragionare su soluzioni volte a ridurre il numero di veicoli e a preservare l’economia balneare minimizzando l’impatto sui territori circostanti e su quelli colpiti dal traffico di attraversamento.

Legambiente segnala come per mantenere la costa attrattiva non è più possibile pensare solo a nuove infrastrutture stradali, chiaramente in conflitto con la disponibilità di suolo e di spazio costiero. Occorre piuttosto rendere accessibile e sostenibile per tutti l’accesso alle località balneari attraverso investimenti che favoriscano i servizi di mobilità sostenibile e collettiva.
Legambiente lancia la sua proposta e chiede di concentrarsi su tre diversi aspetti:

  1. Messa in sicurezza e allargamento a 4 corsie della strada: Eliminando lo stato attuale di “tre corsie”, si ridurrebbero la velocità e i sorpassi rischiosi, migliorando le intersezioni.
  2. Promozione del trasporto pubblico
  3. Utilizzo di tecnologie smart: Implementare il sistema delle “smart-road” per gestire i flussi locali e migliorare lo scorrimento sulla direttrice Jesolo-Cavallino Treporti.

Queste soluzioni potrebbero rendere il trasporto collettivo competitivo in termini di velocità e distribuzione, permettendo l’incremento dei servizi e la creazione di nuovi posti di lavoro, riducendo la necessità di nuove infrastrutture con perdita di suolo.
Inoltre, questa proposta affronta immediatamente il problema della “rotonda Frova”, che attualmente rischia di diventare un imbuto congestionato in attesa di ulteriori e pericolosi sviluppi infrastrutturali.

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