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Friuli: a 48 anni dal sisma

Il 6 maggio del 1976 continua a essere una data spartiacque nella storia del Friuli. Resta il ricordo di una immane tragedia, il dolore per chi perse la vita e la vicinanza alle famiglie delle vittime, ma anche l’orgoglio legato a una ricostruzione dal basso che è ancora un modello per tutta l’Italia.

Un sisma di magnitudo 6,4 che quella sera colpì il Friuli e in particolare la media valle del Fiume Tagliamento, danneggiando gravemente oltre cento paesi nelle Province di Udine e Pordenone e provocando 965 vittime.

A 48 anni di distanza dal sisma, sono queste le riflessioni maturate in seno al Consiglio regionale, massimo organismo di rappresentanza delle comunità del Friuli Venezia Giulia. Una regione che nel dopo terremoto non solo si è rialzata ma ha saputo individuare una sua peculiare strada per lo sviluppo economico e sociale, nel segno di un’autonomia che era e rimane un sentimento ancor prima che un’opportunità dettata dalle parole scritte sullo Statuto.

Nel segno di una rinnovata consapevolezza della propria storia e delle proprie radici, nel dopo terremoto sono nate istituzioni importanti come l’Università del Friuli e l’Area di ricerca a Trieste, in grado di accompagnare la crescita economica di un territorio desideroso di futuro, oggi come allora

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